Non mette la mascherina per oltre un anno, dipendente no vax del Comune di Codogno si licenzia
Sospensioni, sentenze, condanne, ricorsi. Dopo più di un anno di vicissitudini giudiziarie, il dipendente no vax del Comune di Codogno che si è sempre rifiutato di indossare la mascherina si è licenziato. Una decisione che ha spiazzato tutti nel lodigiano, vista la tenacia con la quale ha difeso la propria posizione negli ultimi mesi. Con una lettera depositata all'ufficio protocollo del Comune, il 50enne di Castiglione d'Adda ha posto la parola "fine" alla sua lotta contro le norme sanitarie.
La prima sospensione per otto giorni
La storia ha inizio nel gennaio del 2021. Tornati in presenza, i funzionari del Comune di Codogno dovevano indossare sul luogo di lavoro, come tutti, la mascherina. Il dispositivo fondamentale per la riduzione del rischio di contagio da Covid-19, tema particolarmente caro a quelle zone della Lombardia che hanno subito per prime la pandemia nel febbraio 2020. "Non credo alla mascherina e non la metto", ripeteva il 50enne. Dopo vari richiami e inviti anche da parte dei colleghi a rispettare le norme, il Comune decise di sospenderlo per otto giorni senza retribuzione.
Le sentenze del Tar e del Tribunale del Lavoro
La storia, però, non finì così. Perché il 50enne, funzionario modello che da 25 anni lavorava in quegli uffici pubblici, non si arrese alle imposizioni del Governo. Anzi, iniziò a presentare al sindaco Francesco Passerini ricerche e documentazioni scientifiche che gli davano ragione. A quel punto, scattò la seconda sospensione: sei mesi. Decise, quindi, di impugnare la decisione della commissione disciplinare interna difronte al Tar della Lombardia. Il quale, però, nel giugno 2021 dà ragione al Comune: decisione in linea con quelle del Governo. In più, nel febbraio 2022, il Tribunale del Lavoro di Lodi lo condannò a pagare 5mila euro di spese legali al Comune.
"Garantire la sicurezza dei cittadini"
Lo stesso sindaco Passerini, dopo la sentenza di Lodi, si disse dispiaciuto dal punto di vista umano: "Per me, però, è primario garantire la sicurezza e la salute dei dipendenti e dei cittadini che lavorano o accedono al Municipio". Un'ultima sospensione è arrivata per non aver aderito al ciclo vaccinale ed è scaduta il 31 marzo. Infine, la decisione di lasciare il proprio posto di lavoro. Dal 1° maggio non c'è più l'obbligo di presentare il Green pass al lavoro, ma l'obbligo vaccinale per gli over 50 scadrà solo il 15 giugno. Correva il rischio di essere licenziato, alla fine se n'è andato lui.