Non ci sono ambulanze per riportarla a casa: vaga per 5 giorni nel reparto Covid
Cinque giorni a girovagare nel reparto Covid, senza riuscire a tornare a casa. È accaduto a un'anziana di Como, affetta da demenza senile e altre patologie, che per giorni e giorni è rimasta blindata in ospedale. Impossibile farla venire a prendere dai familiari, visto il tampone positivo. Ugualmente impossibile trovarle un'ambulanza disponibile per il trasporto, se non dopo una settimana.
Il tampone positivo in ospedale
La donna, 89 anni, lunedì scorso cade dalle scale di casa. È malata, poco presente, e la caduta la fa svenire. Così viene immediatamente trasferita al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Anna, dove le diagnosticano anche il Covid. Per questo, viene messa in isolamento.
"Nella serata di lunedì il primo medico che ci contatta dice che mia madre non ha alcun problema legato al Covid, e il giorno dopo la rimanderanno a casa", racconta il figlio, Gianfranco Giudice, professore di Filosofia e Storia al Liceo Giovio di Como. "Non possiamo andare a prenderla noi essendo positiva, ma deve essere riportata a casa da un'ambulanza a spese nostre. Bene, prendiamo atto e attendiamo".
Dopo cinque giorni
Il giorno successivo, i medici ripetono come un mantra: appena ci sarà un'ambulanza disponibile, verrà portata a casa. Solo che di giorni ne passano tanti altri. Dell'ambulanza, neanche l'ombra. Intanto, il quinto giorno, un medico chiama il figlio. "Chiede con tono quasi arrabbiato perché non siamo ancora andati a prendere la mamma, dal momento che l'ospedale non può più tenerla. La accompagneranno fuori dal reparto e noi la prenderemo, esattamente quello che nei giorni precedenti ci era stato detto essere impossibile".
"Doloroso, inaccettabile"
La donna viene finalmente riportata a casa. Ma non è ancora finita. "Mamma arriva a casa dopo quasi cinque giorni passati nel reparto Covid del Pronto soccorso totalmente disorientata, in ciabatte e con addosso gli stessi vestiti di lunedì, con 38 di febbre. Non si regge in piedi". E il figlio affida lo sdegno ai social. "Se io non ci fossi stato, come si sarebbe fatto a portarla in casa? Chiede acqua, ne beve quasi una bottiglia, ha la bocca e le labbra di chi sta soffrendo la sete. Tutto questo è davvero triste, doloroso e inaccettabile."