Nominato il nuovo capo della Polizia Penitenziaria del Beccaria, i sindacati: “Non ha le qualifiche adatte”
Lunedì 9 settembre, a Milano, c'è stata la nomina di Raffaele Cristofaro come nuovo capo della Polizia Penitenziaria del carcere minorile Cesare Beccaria. Alla cerimonia ha partecipato il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, Antonio Sangermano: si tratta di una sostituzione improvvisa, visto che il predecessore, Daniele Alborghetti, era stato incaricato poco meno di cinque mesi fa. Una decisione presa a fronte dell'ispezione effettuata dal dipartimento nell'istituto penale minorile, dopo i vari tentativi di evasione effettuati negli ultimi mesi.
Le critiche dei sindacati
Sulla faccenda si è espresso molto duramente Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria: “Con l’avvicendamento del comandante della Polizia penitenziaria dell’istituto penale per minorenni ‘Cesare Beccaria’ di Milano, che per quanto a nostra conoscenza non era affatto programmato, il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, lungi dall’affrontare compiutamente i problemi, per tentare goffamente di salvare la faccia, percorre la via più semplice e breve e trova un capro espiatorio. Al dirigente aggiunto del corpo di polizia penitenziaria Daniele Alborghetti esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza, ben consapevoli che le cause del disastro del Beccaria, come della gran parte degli istituti penali per Minorenni del Paese, sono da ricercare altrove".
Ma l'Uilpa non è l'unica organizzazione a criticare la nomina di Cristofaro. Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) commenta: "Viene scelto un appartenente al ruolo dei commissari di polizia penitenziaria che non dispone della qualifica per svolgere tale incarico e che riveste persino un incarico sindacale, normalmente ritenuto incompatibile con tale funzione, tanto da ingenerare il sospetto di una qualche ‘interferenza' con i vertici dell’Amministrazione della giustizia minorile".
Le tensioni degli ultimi mesi e il problema sovraffollamento
Nel carcere minorile Beccaria le tensioni sono aumentate dopo l'indagine avviata, lo scorso aprile, dalla Procura di Milano, con la quale 13 agenti della Polizia Penitenziaria sono stati accusati di violenza e maltrattamenti nei confronti dei detenuti. Violenze che si sarebbero consumate in stanze prive di controllo video.
Un problema ulteriore è rappresentato dal sovraffollamento di detenuti nella struttura, che ad aprile contava 81 minori a fronte dei 70 posti totali a disposizione. Il sovraffollamento è dovuto al decreto Caivano, approvato dal governo lo scorso anno. Questo provvedimento ha modificato le regole che impongono la misura cautelare – ovvero la detenzione preventiva di un indagato prima di essere condannato in via definitiva -, rendendole più stringenti. La detenzione oggi può essere applicata per reati che prevedono una pena di 6 anni a fronte dei 9 del passato.