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“No so da dove sia spuntato”: parla il camionista che ha investo la ciclista morta a Milano

La dinamica dell’incidente avvenuto lunedì 8 maggio in via Comasina a Milano è ancora da chiarire, ma dalle prime testimonianze dell’autista del tir potrebbe trattarsi del solito problema dell’angolo cieco dei mezzi pesanti.
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Immagine di repertorio
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La Polizia Locale sta ancora indagando per tentare di ricostruire la dinamica dell'incidente (l'ennesimo) che ha provocato la morte di un ciclista a Milano. Ma la motivazione sembra più o meno sempre la stessa: i mezzi pesanti hanno angoli ciechi che, nelle difficili manovre fra le strade cittadine e il traffico, portano gli autisti a non vedere bene quello che accade intorno a loro. È proprio questo quello che, ancora sotto choc, avrebbe raccontato il camionista che ieri, lunedì 8 maggio, ha investito e ucciso un ciclista in via Comasina.

La testimonianza dell'autista

Non c'è ancora una versione ufficiale della ricostruzione della dinamica dell'incidente fornita dal conducente del tir che ha urtato e ucciso Li Tianjiao mentre andava in bicicletta. Erano circa le 10.30 di lunedì 8 maggio e i due veicoli camminavano affiancati lungo via Comasina, una strada di transito obbligatoria per chi arriva dalla periferia Nord e quindi da autostrade e tangenziali.

Entrambi si dirigono verso il centro città, ma – subito dopo un semaforo – il tir con il suo rimorchio deve svoltare a destra: a quel punto, l'impatto diventa quasi inevitabile. L'angolo cieco del tir esclude dalla vista la bicicletta con l'uomo a bordo.

A raccontarlo è stato lo stesso autista subito dopo lo schianto, ancora sotto choc: "Ho messo la freccia. Non l’ho visto, non so da dove sia spuntato, avevo guardato nello specchietto". E non è difficile credergli, visto che è il terzo caso uguale dall'invio del 2023.

Sempre la stessa dinamica

L'ultimo soltanto lo scorso 20 aprile corso di Porta Vittoria, dove una betoniera ha travolto una ciclista di 39 anni: Cristina Scozia è morta sul colpo. Prima è stata la volta della 38enne Francesca Veronica D’Incà, investita in bici in piazzale Loreto.  Ma il 2022 non era andato molto meglio: si era concluso con la morte di Silvia Salvarani, un'insegnante di yoga uccisa da una betoniera ai bastioni di Porta Nuova.

Non a caso il Consiglio comunale di Milano ha deciso che i mezzi pesanti non potranno più circolare nelle ore diurne, quando il traffico è maggiore, se non provvisti di un dispositivo che monitora i punti ciechi e avverte il conducente, evitando questi incidenti.

Ma mentre l'iter burocratico va avanti – e prima che la decisione diventi definitiva – è morta un'altra persona.

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