No green pass, in chat il “manuale del buon manifestante”: “Non aggredire i giornalisti, aspettano solo quello”
"Non aggredire nessun*. Tanto meno i giornalisti di regime. Aspettano solo quello". È il punto undici del "manuale del buon manifestante" che sta girando in alcune chat Telegram della galassia No green pass, tra cui "no green pass" Milano, dove è stato diffuso in vista dell'ennesimo sabato di protesta previsto domani, 27 novembre, alle 17 in piazza Duomo. Quindici i punti contenuti nel manuale, tra consigli per non farsi notare prima dell'effettivo inizio delle manifestazioni, suggerimenti per non farsi cinturare dalle forze dell'ordine ma anche su come aiutare altri manifestanti che dovessero essere fermati dalle forze dell'ordine: "Se qualche compagno venisse ‘agganciato' bisogna provare a liberarlo. Senza aggredire, ma semplicemente attaccandosi al compagno in numero superiore e trascinandolo via", è spiegato al punto nove.
Già diversi i giornalisti aggrediti dai manifestanti
Al punto 11, come scritto, il suggerimento su come comportarsi nei confronti dei giornalisti, descritti come persone "prezzolate" ("di regime") che quasi godrebbero nell'essere aggredite, e non come lavoratori impegnati semplicemente a raccontare ciò che avviene nelle piazze. D'altronde l'atteggiamento di molti "no green pass" nei confronti dei giornalisti si è già palesato: è di stamattina l'ultima perquisizione nei confronti dell'ennesimo manifestante accusato di violenza privata pluriaggravata per aver di fatto impedito, mediante atteggiamento prevaricatori, a un giornalista di fare il suo mestiere, mentre sono ancora impresse nelle memoria le immagini delle aggressioni a Selvaggia Lucarelli a Roma o al giornalista di Fanpage.it Saverio Tommasi a Milano.
Il manuale per una manifestazione "sicura e divertente" è firmato da un sedicente "Gran Mogol" e solo sul gruppo "No green pass" Milano è stato visualizzato da oltre duemila persone. Chissà se domani, in piazza Duomo, i giornalisti "di regime" saranno effettivamente lasciati liberi di fare il proprio lavoro.