No green pass bloccati dalla polizia a Milano chiamano il 112: “Mi hanno messo giù due volte”
Una parte del corteo dei no green pass che sabato scorso, per il sedicesimo consecutivo, hanno invaso e bloccato le strade di Milano senza concordare il percorso con la Questura, si è improvvisamente staccata dal serpentone principale. Prontamente, però, è stata bloccata dagli agenti di polizia che li hanno chiusi in un quadrato non consentendogli di procedere oltre. A quel punto, i manifestanti hanno protestato contro gli agenti, rei – a loro dire – di averli ingabbiati tenendoli fermi contro la loro volontà. Una di loro ha cercato un confronto con un'agente mentre un altro manifestante ha chiamato per due volte il 112 che, però, pare gli abbia messo giù in faccia.
No green pass contro polizia: Ci avete bloccati, vogliamo andare a casa
In un video si vede una donna armata di microfono chiedere ai manifestanti di prendere il telefono e "chiamare il 112 per denunciare il fatto che queste persone (gli agenti di polizia, ndr) non ci fanno uscire da questo posto". La donna ha quindi ribadito di essere scesa in strada per manifestare perché "non posso più vivere. Vorrei solamente vivere", ha detto prima di aggiungere che "per continuare a farlo devo pagare il tampone e non posso permettermelo". La manifestante ha quindi interrogato direttamente gli agenti chiedendo cosa potesse fare. Una agente ha quindi risposto che non è suo compito dire cosa debba fare la donna (ricordiamo che il vaccino, pagato anche dai contribuenti, è gratis e non necessita ulteriori spese a differenza del tampone) ribadendo però che "il nostro lavoro deve tutelare i diritti di tutti". Per questo motivo, l'agente ha ricordato alla donna che "se l'autorità dice che la manifestazione è terminata, è terminata".
Manifestante chiama il 112: Mi hanno messo giù due volte
A quel punto, un altro manifestante ha preso la parola dicendo che la polizia li aveva bloccati e non li lasciava andare, dichiarazione alla quale un agente ha risposto dicendo che "la via per tornare a casa vi è stata indicata". La prima manifestante ha quindi ripreso la parola chiedendo perché i poliziotti volessero i documenti dei presenti. La richiesta, ha spiegato la poliziotta, è giustificata dal fatto che è un diritto e un dovere della polizia il controllo documentale. Poco dopo, il primo manifestante ha quindi auspicato che le immagini riprese dai presenti facessero il giro del mondo perché "questa è dittatura". Poi, ha preso il cellulare e ha chiamato il 112. All'operatore ha detto: "Non possono muovermi da qua e sono bloccato dalla polizia, ho urgenza di muovermi perché non mi sento bene. Le forze dell'ordine non mi fanno passare, nessuno mi dà attenzioni". A quel punto, la linea cade: "È già la seconda volta che mi mettono giù", dice sconsolato il manifestante.