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Niente rito abbreviato per la Mantide di Parabiago: aveva pianificato l’omicidio del compagno Fabio Ravasio

Il gup di Busto Arsizio Veronica Giacoia ha rigettato la richiesta di ammissione al rito abbreviato per Adilma Pereira Carnero e i suoi complici: il figlio Igor Benedito, il marito Marcello Trifone e l’amante Fabio Oliva. Avrebbero inscenato un finto incidente per appropriarsi del patrimonio di Fabio Ravasio.
A cura di Francesca Del Boca
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Niente rito abbreviato per Adilma Pereira Carnero, 49 anni, accusata di essere la mente del piano architettato per eliminare Fabio Ravasio, imprenditore di Parabiago morto lo scorso 9 agosto in quello che si è rivelato poi essere un finto incidente stradale: l'uomo fu infatti travolto mentre pedalava sulla provinciale 149 da una Opel Corsa, condotta dal figlio della compagna Igor Benedito e dall'ex marito (anche se i due erano legalmente ancora uniti in matrimonio) Marcello Trifone. Sotto inchiesta si trova anche Fabio Oliva, meccanico 40enne e ultimo amante di Adilma che avrebbe occultato l'auto pirata con il parabrezza sfondato e la targa contraffatta, sistemandola come se niente fosse accaduto.

Il 27 gennaio così, dopo il rifiuto del gup Veronica Giacoia, si aprirà per tutti i quattro indagati il processo davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio (Varese): sono accusati, a vario titolo, di concorso in omicidio volontario premeditato.

Una aggravante provata dal lungo lavoro investigativo, che ha fatto emergere come addirittura il giorno prima dell'incidente i complici avessero effettuato un vero e proprio sopralluogo sulla scena del crimine. E come la cosiddetta "Mantide di Parabiago" abbia, nel corso di mesi e mesi, attirato a sé una rete di amici, figli e amanti per fare fuori il compagno Fabio Ravasio. L'obiettivo della 49enne? Quello di intascare il patrimonio milionario dell'uomo tra conti in banca e immobili di proprietà: ai complici, come ricompensa per un compito tanto pericoloso, la mantide avrebbe infatti promesso in cambio proprio beni e case che sperava di ereditare in quanto madre dei suoi due figli gemelli.

Questo nonostante la donna, disoccupata e con 9 figli, fosse già riuscita negli anni ad accumulare numerose proprietà di valore: la la casa in cui viveva con Fabio Ravasio e una cascina a Parabiago (ambedue cointestate), un appartamento sul mare in Puglia (ereditato da un precedente coniuge, morto a 48 anni in circostanze misteriose) e una casa a Mentone, Costa Azzurra francese. Uno degli immobili, da quanto è emerso, era stato acquistato con un prestito da 500mila euro fatto dai genitori di Ravasio, che la donna non avrebbe mai restituito.

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