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News sulla strage di Samarate

Nicolò, sopravvissuto alla strage familiare di Samarate, torna a casa: “Il padre gli scrive dal carcere”

Alessandro Maja è in carcere a Monza con l’accusa di aver ucciso figlia e moglie e aver tentato di uccidere il figlio 23enne. Quest’ultimo, Nicolò, sarà dimesso definitivamente dall’ospedale. Il padre, come raccontato dai nonni, avrebbe scritto ogni giorno lettere per il figlio dal carcere.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessandro Maja (57 anni)
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Avrebbe scritto ai suoceri per sapere quali fossero le condizioni di salute del figlio. Lettere, alle quali il nonno di Nicolò Maja – stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera" – ha risposto descrivendo le condizioni di salute del nipote e aggiungendo a ogni lettere un post scriptum: "Vorrei sapere da te se sei un uomo".

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"A chi era rivolta la parola bastardi?"

E non solo, il nonno di Nicolò, unico sopravvissuto alla strage familiare di Samarate dove morirono sua sorella e sua madre, vuole sapere a chi era rivolta la parola bastardi che Alessandro Maja avrebbe pronunciato il giorno della tragedia.

Nei prossimi giorni sarà dimesso definitivamente dall'ospedale

Nei prossimi giorni, Nicolò Maja tornerà a casa dopodiché proseguirà con la riabilitazione che, come detto dall'avvocato dei nonni materni a Fanpage.it, sarà molto lunga: "Grazie a chi mi è stato vicino, anche solo col pensiero e con le parole", ha detto il ragazzo che ha ribadito come per lui adesso inizi una nuova vita che cercherà di ricostruire.

Nicolò non ricorda nulla di quella terribile notte

Resta in carcere Alessandro Maja, il padre di Nicolò che nella notte tra il 3 e il 4 maggio impugnò un martello e uccise la sorella di 16 anni e la madre Stefania Pivetta. Di quella terribile notte, il 23enne – spiega ancora il legale a Fanpage.it – non ricorda nulla: "Non sappiamo se sia una cosa temporanea o definitiva". Il ragazzo, che era arrivato in ospedale in condizioni disperate, è riuscito piano piano a riprendersi: si è risvegliato dal coma indotto, ha iniziato a muovere il corpo e gli occhi e adesso riesce a interloquire con i suoi familiari.

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