Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto alla strage di Samarate, vuole rivedere il padre assassino
"Nicolò vuole vedere suo padre, lo porterò sicuramente alla prossima udienza": ad affermarlo è stato Giulio Pivetta, nonno di Nicolò Maja, unico sopravvissuto alla strage di Samarate (Varese) quando il padre Alessandro Maja lo ridusse in fin di vita dopo aver ucciso la madre e la sorella sedicenne del ragazzo. Nella giornata di oggi, venerdì 27 gennaio, si è svolta l'udienza in Corte d'Assise in Tribunale a Busto Arsizio.
Pivetta ha raccontato di aver ricevuto alcune lettere scritte dall'architetto, nelle quali ha chiesto informazioni sulle condizioni di salute del figlio. Il nonno ha affermato di aver risposto con una lettera in cui ha chiesto di spiegare "il perché e sapere a chi si riferiva quando, al momento dell'arresto, ha detto: "Li ho uccisi tutti, bastardi".
Alessandro Maja sarà sottoposto a una perizia psichiatrica
Durante l'udienza, il presidente della Corte Giuseppe Fazio ha disposto la perizia psichiatrica, accogliendo così la richiesta della difesa. Maja sarà quindi sottoposto a un esame che verificherà la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Nè la pubblico ministero Martina Melita né la famiglia Pivetta, che invece si è costituita parte civile nel processo, si sono opposti alla richiesta.
La famiglia Pivetta ha espresso la volontà di capire se Maja sia in grado di stare in giudizio. Inoltre, durante il corso dell'udienza, ha chiesto il dissequestro della villetta in cui è avvenuto l'omicidio. All'udienza del 13 gennaio, Maja era apparso piuttosto frastornato e quasi irriconoscibile tanto da rimanere senza dire una parola e con lo sguardo fisso a terra.