Nicolò Maja esaudisce il sogno di volare: prima della strage di Samarate voleva fare il pilota
È di nuovo salito su un aereo assaporando quel sogno di diventare pilota prima che la sua vita cambiasse. Domenica 10 settembre Nicolò Maja, l'unico sopravvissuto della strage di Samarate (Varese), è tornato a volare. Nicolò ha potuto ritornare tra le nuvole grazie al pilota del campo volo di Cogliate, in Brianza, Roberto Negretti. Nicolò e Roberto si sono incontrati per caso durante un matrimonio e allora il pilota, sapendo della passione del ragazzo per gli aerei, lo ha invitato al campo di volo.
Nicolò Maja a Fanpage.it ha raccontato quella terribile notte e i suoi pensieri dopo esser uscito dall'ospedale dove è stato ricoverato per diversi mesi: "Provo sicuramente rabbia per ciò che ha fatto mio padre e incredulità per quello che è successo. Ma non posso dire che, fino a quella notte, non sia stato un bravo papà, non ci ha mai fatto mai mancare niente".
Era il 4 maggio dello scorso anno quando l'architetto Alessandro Maja ha accuso a martellate la moglie di 56 anni, Stefania Pivetta, la figlia Giulia Maja, 16 anni, e ha gravemente ferito Nicolò, oggi 24enne.
"Notavo un po' di preoccupazione da parte sua per quanto riguarda il lavoro, – ricorda Nicolò – però, niente che facesse presagire a un evento del genere".
Dal giorno dopo esser uscito dall'ospedale Nicolò vive a casa dei nonni, in provincia di Varese, e si è fin da subito sottoposto alla fisioterapia. Poi già ai microfoni di Fanpage.it aveva rivelato: "Sono sempre stato appassionato di aerei e avevo preso il brevetto a dicembre 2021, è un amore nato da piccolo grazie al film Pearl Harbor". Domenica scorsa Nicolò è tornato a volare, a sognare un futuro sugli aerei.