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Omicidio Nuvolento, ultime news

Nessuno, neanche i figli, ha chiesto la sepoltura di Romano Fagoni, ucciso con una coltellata dalla moglie

Nessuna richiesta di sepoltura è arrivata da parte dei due figli di Romano Fagoni, l’uomo ucciso a coltellate alla gola dalla moglie al termine di una lite. Si indaga sulla situazione famigliare.
A cura di Giorgia Venturini
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Nessun parente di Romano Fagonicompresi i suoi figli, si è fatto avanti per chiedere alla Procura il via alla sepoltura. Nessuna richiesta e silenzio che svelerebbero dei particolari dietro l'omicidio di Fagoni, ucciso con sei coltellate alla gola dalla moglie dopo una lite scoppiata nella loro casa di Nuvolento, in provincia di Brescia. L'omicidio è avvenuto davanti anche al figlio 15enne della coppia.

Sono passati sette giorni dall'autopsia che i medici legali hanno svolto sul corpo dell'uomo, ma da allora nessuno ha fatto richiesta per la sepoltura. "Occorre dare atto della difficile e penosa situazione familiare che ne costituisce il sostrato, così come affiorante dalle dichiarazioni dell’indagata e dei due figli", lo ha scritto il giudice della indagini preliminari Andrea Gaboardi e come riporta Il Giornale di Brescia.

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Le indagini dovranno chiarire se il movente dell'omicidio sarebbe legato anche a maltrattamenti in famiglia. Al momento si sa con certezza che la figlia maggiorenne della coppia da qualche anno era andata via di casa per rapporti tesi soprattutto con il padre. La madre e il figlio più piccolo erano rimasti in quella casa: avrebbero però dovuto fare i conti con sbalzi d'umore e maltrattamenti.

La confessione della moglie dopo l'omicidio

A chiedere aiuto al 112 la sera dell'omicidio era stato proprio il figlio che ha assistito a tutto. La donna una volta arrestata ha confessato e ha spiegato così quello che è accaduto: "Non so cosa mi sia passato per la testa. Ho temuto per l’incolumità di mio figlio: così sono scattata in piedi e ho colpito mio marito". La donna ha poi precisato che non avrebbe mai voluto fare una cosa simile e che tanto meno il figlio assistesse a tutto.

Il senso di liberazione della donna

Il giudice per le indagini preliminari ha poi tenuto a precisare che nelle ore subito dopo l'omicidio durante i colloqui tra madre e figlio c'era un senso di liberazione da parte della donna. "Il tragico epilogo di anni di patimenti e come la rimozione di un ostacolo alla serenità familiare", come riporta il giudice. Tanto che i figli subito dopo hanno difeso la madre e non hanno mai chiesto la sepoltura del padre.

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