Nessuna sorveglianza speciale per il rapper Baby Gang, i giudici: “Non è pericoloso”
È stata rigettata la nuova richiesta di sorveglianza speciale nei confronti di Zaccaria Mouhib, conosciuto con il nome di Baby Gang. La Questura di Milano aveva infatti depositato la richiesta il 16 maggio 2022, due mesi dopo che il Tribunale del capoluogo meneghino, aveva rigettato una richiesta analoga che era stata formulata dai colleghi di Sondrio.
La richiesta della Questura
La Questura del capoluogo meneghino aveva sostenuto una "grave, attuale e concreta pericolosità sociale" del 21enne. Una pericolosità che sarebbe dettata dal fatto che per via Fatebenefratelli Baby Gang sarebbe una persona "dedita a reati che mettono in pericolo la sanità, la sicurezza e la tranquillità pubblica". La richiesta della Questura di Milano si basa sulla commissione di un "grave reato che evidenzia, senza dubbio alcuno, la sua forte propensione al crimine e la sua grave e attuale pericolosità sociale".
La colluttazione con degli agenti
In particolare si fa riferimento alle accuse di resistenze e lesioni a pubblico ufficiale nei confronti di un altro ragazzo (arrestato poi ad aprile 2022, scagionato e poi assolto) e per le quali Baby Gang era stato indagato a piede libero. All'epoca dei fatti due agenti – durante un servizio di controllo in zona Loreto – avevano notato i due a bordo di uno scooter e avevano deciso di sottoporli a un controllo. I poliziotti hanno raccontato che i due avrebbero iniziato a insultarli e che Baby Gang avrebbe consegnato il cellulare all'amico dicendogli di filmare. Hanno poi detto che proprio il rapper avrebbe minacciato gli agenti provando a colpirlo in faccia con dei pugni. Da lì sarebbe iniziata una colluttazione. Mentre Baby Gang tentava di scappare, l'altro ragazzo avrebbe colpito l'altro agente. Il rapper sarebbe poi riuscito ad allontanarsi, lasciando però a terra i suoi effetti personali.
Il racconto dei ragazzi e l'assoluzione
Diversa la versione dei ragazzi: avevano raccontato di essere stati fermati e che durante la visione dei documenti di entrambi era nata una discussione. Proprio per questo motivo, l'amico dell'artista avrebbe iniziato a filmare. La discussione sarebbe nata proprio da questo gesto: il ragazzo ha poi sostenuto di non aver avuto alcuna reazione né quando gli hanno tolto il cellulare e né quando gli hanno messo le manette. Dal video però, si legge nel provvedimento, è certo che i ragazzi siano stati identificati prima della realizzazione delle immagini e che quei frame mostrino una situazione di tranquillità che poi degenera quando uno degli operanti si avventa sull'amico di Baby Gang per impedirgli di fare un video.
Nessun pericolosità
Oltre che nel riportare questo episodio, il tribunale, nel rigettare la richiesta, fa riferimento al provvedimento di rigetto dell'altra richiesta di sorveglianza. Per i giudici non c'è nulla di nuovo da aggiungere rispetto a quella decisione considerato che non ci sono elementi di novità che possano "giustificare una valutazione diversa, neppure alla luce di quanto accaduto successivamente".
Anzi: la carriera artistica di Baby Gang dimostra come il ragazzo si stia progressivamente allontanando dalla sua condizione di marginalità sociale che "aveva costituito lo sfondo – si legge nel provvedimento – delle problematiche giudiziarie, ormai risalenti, affrontate da minorenne". Proprio per la sua attività, è poco verosimile l'idea "che si tratti di una persona pericolosa sulla base di un precedente penale" commesso quando era minorenne.
Il video girato a San Vittore
Nel provvedimento viene inoltre ricordato come il suo certificato penale riporti come unico precedente dei fatti commessi all'età di quindici anni. Per il tribunale basterebbero già questi elementi a dimostrare che non vi siano degli elementi tali da poter ritenere il rapper un soggetto pericoloso.
Anche relativamente ai frame girati nel carcere di San Vittore – per il quale il ragazzo è indagato – per il giudice non vi sono elementi che dimostrino che il telefono sia stato usato "per scopi che avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza dell'istituto penitenziario".
Le immagini girate dimostrerebbero come Baby Gang le abbia realizzate solo allo scopo di realizzare un prodotto musicale. Nel chiudere il provvedimento, il Tribunale sostiene inoltre che l'offerta "di un prodotto musicale ritenuto difforme dai modelli auspicabili resta coperto dal diritto fondamentale di manifestazione del pensiero". Questa può essere accostata "ad una misura di prevenzione personale solo se connessa alla consumazione abituale di delitti", di cui però nel caso del rapper mancano gli estremi.