Nessun accordo tra Codacons e Balocco: perché la difesa dell’azienda è diversa da quella di Chiara Ferragni
Stessa accusa, ma diverse strategia di difesa. Se da una parte Chiara Ferragni si difende dall'accusa di truffa aggravata sul caso pandoro trovando un accordo con il Codacons e rinunciando a un ricorso sulla multa dell'Antistrust, dall'altra l'azienda di Alessandra Balocco – anche lei indagata e con la stessa accusa – sta procedendo con una strategia contraria a quanto deciso dall'influencer.
Al centro delle indagini c'è la campagna promozionale di Natale 2022 del Pink Christmas – l'idea commerciale firmata da Chiara Ferragni e la Balocco – che aveva lasciato intendere che, acquistando il pandoro, sarebbe stata sostenuta la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario all'ospedale di Torino, ma in realtà la somma era stata già stanziata.
L'Antitrust l'ha multata per "pubblicità scorretta" Chiara Ferragni e Balocco, mentre l'associazione dei consumatori ha presentato querele. Da qui poi la Procura di Milano, che ha coordinato la Guardia di Finanza, ha aperto un fascicolo per truffa aggravata: sempre per il caso Pandoro e per quello delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, sono stati iscritti nel registro degli indagati Chiara Ferragni, Alessandra Balocco, a capo dell'omonima impresa dolciaria, Franco Cannillo di Dolci Preziosi e l'ex general manager di Chiara Ferragni Fabio Maria Damato. Le indagini sono state chiuse lo scorso ottobre e tra pochi giorni la Procura deciderà se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio.
Come si sta difendendo Chiara Ferragni
Nei mesi scorsi Chiara Ferragni, difesa dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, ha rinunciato a presentare ricorso alla multa dell'Antitrust per pubblicità ingannevole. L'influencer non si sarebbe rivolta al Tar contro le multe sul Pandoro Balocco e avrebbe trovato un accordo con l’Autorità per quello sulle Uova di Pasqua. Quindi, Chiara Ferragni ha pagato una multa da un milione di euro e si è impegnata a fare una donazione da 1,2 milioni di euro.
Ieri sabato 28 dicembre invece è stato reso pubblico l'accordo trovato tra Chiara Ferragni e il Codacons. Un comunicato stampa spiega nel dettaglio cosa è stato deciso:
L'accordo prevede il versamento, da parte di Chiara Ferragni, di una somma di denaro destinata al risarcimento dei consumatori rappresentati dal Codacons e dall'Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi che avevano acquistato il pandoro "Pink Christmas", e di un ulteriore importo per il rimborso delle spese legali sostenute dalle predette associazioni nell'ambito dei vari procedimenti giudiziari. Il Codacons e l'Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi nei prossimi giorni contatteranno i consumatori che si erano rivolti alle stesse associazioni per mettere a loro disposizione il risarcimento. Parte integrante dell'accordo è la donazione che verrà effettuata, da Chiara Ferragni, di una somma di euro 200.000 a favore di un ente scelto d'intesa da Chiara Ferragni ed il Codacons, con preferenza accordata ad iniziative che supportino le donne vittime di violenza.
Chiara Ferragni si è impegnata a risarcire con 150 euro ogni consumatore che ha presentato un esposto. In cambio il Codacons è pronto a ritirare le querele.
Come si difende Alessandra Balocco
L'azienda dolciaria con a capo Alessandra Balocco invece ha deciso di non trovare un accordo con il Codacons. Dopo la chiusura delle indagini l'azienda aveva inviato una nota stampa:
Il collegio di difesa di Alessandra Balocco, legale rappresentante dell’omonima società, composto dagli avvocati Alessandro Pistochini e Alessandra Bono, prende atto della conclusione delle indagini che darà la possibilità di accedere a tutti gli atti e di esercitare a pieno le proprie prerogative difensive. In quasi cento anni di storia, Balocco S.p.A. ha sempre rispettato i suoi consumatori che sono la forza dell’azienda. Il collegio di difesa ha piena fiducia nel lavoro della magistratura ed è convinto di dimostrare la correttezza dell’operato della propria assistita e di convincere il Pubblico Ministero a formulare una richiesta di archiviazione.
L'Antitrust aveva sanzionato la Balocco sempre per pubblicità ingannevole per una multa da 420mila euro: l'azienda dolciaria aveva invece annunciato un ricorso ribadendo ancora una volta la "trasparenza assoluta". Si attenderà così la decisione della Procura.