video suggerito
video suggerito

Neonato morto in ospedale per un batterio: dopo dieci anni i genitori ricevono il risarcimento

Dopo dieci anni, è stato confermato il risarcimento nei confronti dei genitori di un bimbo nato prematuro nel 2013 e morto all’ospedale di Bergamo per un batterio.
A cura di Ilaria Quattrone
108 CONDIVISIONI
Immagine

L'1 aprile 2013 all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo un bambino nato prematuro veniva ricoverato, subito dopo il parto, nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale. Dopo 22 giorni, il piccolo è morto a causa di una infezione provocata dal batterio Serratia marcescens, molto resistente agli antibiotici. A raccontare la storia processuale che ha coinvolto la famiglia del bimbo e la struttura ospedaliera, è il quotidiano Il Corriere della Sera.

Nessuna responsabilità penale per l'ospedale

All'epoca dei fatti, sono state subito aperte due indagini: una penale e una civile. Nel primo caso, come spiegato in una nota dall'ospedale, ogni accusa nei confronti del personale medico è stata archiviata: "All'esito di una consulenza tecnica che ha riscontrato, tra l'altro, "l'applicazione di ottime norme igieniche di prevenzione e diffusione del germe", è stato evidenziato come il neonato sia stato l'unico a contrarre l'infezione quando, spiegano ancora dal Papa Giovanni, "la Serratia marcescens solitamente si rende responsabile di cluster epidemici".

La Corte d'Appello conferma però il risarcimento per i genitori

Probabilmente il bimbo, essendo nato prematuro, era esposto a molti rischi che avrebbero potuto portare allo sviluppo di una "infezione sistemica" come è stato poi appurato dalla consulenza tecnica.

Per quanto riguarda il procedimento civile invece in primo grado, nel 2019, il Tribunale di Bergamo aveva tenuto in considerazione l'archiviazione nel procedimento penale. Per questo motivo aveva rigettato ogni domanda risarcitoria.

In Corte d'Appello, però, l'Azienda socio sanitaria è stata condannata a un risarcimento di danni nei confronti di entrambi i genitori: 180mila euro ciascuno. Nel 2020, la compagnia di assicurazione dell'ospedale ha presentato ricorso in Corte di Cassazione, ma è stato rigettato.

108 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views