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Neonato morto all’ospedale di Voghera: a processo ginecologa e ostetrica

Una ginecologa e un’ostetrica in servizio all’ospedale di Voghera sono state rinviate a giudizio per la morte di un neonato, deceduto nel giugno del 2018 durante il parto avvenuto nella struttura di cura. Sono accusate di aver cagionato la morte del piccolo per negligenza, imperizia e imprudenza.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
(Immagine di repertorio)

Finisce in tribunale il caso della morte di un neonato avvenuta il 20 giugno del 2018. Sono state infatti rinviate a giudizio una ginecologa e un’ostetrica che quel giorno erano di turno all'ospedale di Voghera, in provincia di Pavia: devono rispondere del reato di "responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario", previsto dall'articolo 590 sexies del Codice penale. A comparire davanti ai giudici, secondo quanto riporta il quotidiano "Il Giorno", saranno la 46enne C.V., ginecologa, e la 57enne D.T., ostetrica. Alle due professioniste l'accusa imputa di aver agito con negligenza, imperizia e imprudenza, causando la morte di un bambino appena partorito da una giovane mamma vogherese.

La tragedia durante il parto dopo una gravidanza tranquilla

La donna aveva avuto una gravidanza tranquilla, come certificato anche dagli esami medici a cui si era sottoposta. Al momento del parto, però, pare che il bambino abbia mostrato evidenti segnali di patologia fetale che non sarebbero stati colti adeguatamente dalla ginecologa e dall'ostetrica, che avrebbero deciso di proseguire col travaglio senza intervenire in maniera adeguata. Il decesso del neonato era avvenuto per "sofferenza fetale acuta conseguente ad asfissia": dopo la morte i genitori del bimbo hanno denunciato l'accaduto al commissariato di Voghera, che ha fatto partire le indagini. Oltre alle due imputate, come responsabile civile nella vicenda è coinvolta anche l'Azienda socio sanitari territoriale di Pavia. I genitori e i quattro nonni dello sfortunato bimbo si sono costituiti parte civile: al processo, che si aprirà solo il 9 novembre del prossimo anno in tribunale a Pavia, saranno rappresentati dagli avvocati Cristina Moroni e Massimo Adriatici. Ilo loro desiderio, come affermato da uno dei due legali, è solo quello di capire come sono andati realmente i fatti: il dolore per la tragica perdita, purtroppo, non può essere cancellato.

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