Neonata muore in casa, il nonno: “Non mi do pace, ho fatto di tutto per salvare la mia nipotina”
"L’ho messa sul tavolo della cucina, ho ascoltato tutte le indicazioni dei medici. Non mi do pace. Ho fatto di tutto per salvare la mia nipotina": è quanto ha raccontato il nonno della neonata morta il 29 dicembre scorso in provincia di Brescia. Le sue parole sono state riportate dal quotidiano locale "Il Giornale di Brescia".
Con lui, anche la madre della piccola – nata prematura – che ha raccontato di averle dato il latte alle 11 e di averla poi messa a dormire: "Quando sono tornata a prenderla alle 15 era in arresto cardiaco. Sono stati momenti terribili". Sia lei che il padre sono indagati per omicidio colposo. Un atto dovuto alla decisione della Procura di disporre l'autopsia sul corpo della bimba.
Dai primi accertamenti è risultata anche positiva al Covid: "È morta tra le mie braccia. Ho seguito passo dopo passo quello che gli operatori del 118 mi dicevano al telefono. Ho ripetuto il massaggio cardiaco dieci volte. Trenta compressioni per volta. Sembrava si fosse ripresa e invece non ce l’ha fatta".
Allontanati anche gli altri figli
La 29enne ha anche altri tre figli, una è la gemella della neonata. Tutti sono stati allontanati: "Il giorno dopo la morte della piccola sono venuti a portarmi via i bambini. È una decisione ingiusta". Nell'ordinanza con cui è stato disposto l'allontanamento c'è scritto che questo è stato deciso a causa delle condizioni di "grave pregiudizio del nucleo familiare in cui viveva".
Per i magistrati sussisterebbe un "disinteresse manifestato nei loro confronti per aver trascurato l’assistenza delle bambine nate premature, per averle fatte visitare solo due volte in quasi due mesi". Non solo entrambe sarebbero state trascurate "anche dopo il ricovero per sospetta bronchiolite" e sarebbero state "tenute sole in una stanza senza tenere conto delle loro condizioni di salute".
Gli avvocati della famiglia, Marino Colosio, Francesca Scagliola e Bianca Scaglia chiederanno l’annullamento. I genitori si difendono dalle accuse mosse dalla Procura: "Abbiamo fatto fare tutte le visite indicate e quando era ricoverata in Terapia intensiva e considerando che avevamo anche gli altri figli da seguire siamo andati quasi ogni giorno a trovarla. Da quando sono nate siamo stati più in ospedale che a casa".