Neonata morta e abbandonata nel bidone della Caritas: si cerca la mamma
L'autopsia ha parlato chiaro: la neonata che è stata ritrovata senza vita in un bidone giallo della Caritas a Milano, zona Città Studi, era quasi sicuramente già morta al momento dell'abbandono, quando è stata avvolta in un fagotto e lasciata sul ripiano del cassonetto.
Adesso, grazie alle telecamere dell'area che circonda via Botticelli e via Saldini, gli inquirenti della Squadra mobile milanese stanno cercando di risalire all'identità della madre: solo lei potrà chiarire le circostanze del drammatico fatto di venerdì sera.
La madre potrebbe essere in pericolo
Le ipotesi sono tante. Una di queste è che la madre abbia potuto gettare nel cassonetto degli abiti usati la piccola, molto probabilmente nata morta durante un parto casalingo, proprio a causa dello shock. E che la donna possa essere dunque tuttora a rischio di infezioni e gravi patologie, ovvie conseguenze di un travaglio non andato a buon fine.
Tutto ancora avvolto nel mistero. Resta infatti da stabilire come mai la piccola sia nata morta, e se davvero, nel caso, non avesse mai respirato fin dalla nascita: per avere ulteriori certezze si sono resi necessari esami anatomopatologici più approfonditi, i cui risultati arriveranno però solamente nelle prossime ore.
Il pm Paolo Storari, per far luce sulla vicenda che ha sconvolto un'intera città, ha aperto nel frattempo un fascicolo per l’ipotesi di reato di infanticidio.
Il ritrovamento da parte dei residenti
La neonata era avvolta in una felpa rossa, ed è stata deposta sul ripiano del cassettone Caritas che si trova all'incrocio tra via Botticelli e via Saldini, nel cuore del quartiere di Città Studi: chi l'ha lasciata lì non ha azionato il meccanismo di rotazione che dà accesso all'interno del bidone, ma si è limitata a posizionarla sul vassoio.
In bella vista dei passanti, e in particolare di due pensionati che nella serata di venerdì 28 aprile si sono avvicinati, incuriositi da quello strano fagotto. Sporco di sangue e di placenta. "Sporgeva una manina, pensavo fosse un bambolotto", dirà uno dei due alle forze dell'ordine. E invece era un essere umano.
Abbandonato in un angolo del quartiere milanese poco frequentato da universitari e assai lontano dai locali, molto residenziale e tranquillo. Un luogo perfetto per muoversi al di fuori di occhi indiscreti, o una semplice casualità nata dalla necessità del momento?