Neonata di due mesi muore in casa, il pm chiede l’archiviazione per il nonno e la mamma
Una bambina di appena due mesi è morta in casa lo scorso 29 dicembre a Urago d'Oglio, in provincia di Brescia. Sua madre e il nonno l'avevano messa nel lettino poco dopo la poppata di metà mattina, ma quando dopo qualche ora sono tornati a controllarla la neonata non respirava più. I nomi dei due erano stati iscritti nel registro degli indagati per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Un atto dovuto alla decisione della Procura di eseguire l'autopsia della piccola e vista la situazione familiare complessa. Ora, dopo poco più di quattro mesi dalla morte della neonata, il pm Alessio Bernardi ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta, visto che non sono emersi comportamenti critici da parte dei due parenti.
La bambina era affetta da bronchiolite e Covid-19
"È morta tra le mie braccia. Ho seguito passo dopo passo quello che gli operatori del 118 mi dicevano al telefono", aveva dichiarato il nonno della bambina, "ho ripeto il massaggio cardiaco dieci volte, sembrava si fosse ripresa e invece non ce l’ha fatta". Secondo quanto riportato nella relazione medico legale firmata dal primario di medicina legale di Verona, Dario Raniero, che aveva eseguito l'autopsia la bambina, nata prematura, era affetta da bronchiolite e Covid-19.
Inoltre, essendo nata prematura nell'ottobre 2022, era molto fragile. Né la mamma né il nonno avrebbero, quindi, agito in modo sbagliato. Ora bisognerà attendere la risposta del gip, che dovrà decide se accettare o meno la richiesta della Procura.
La questione dell'affidamento degli altri tre figli
Intanto, la famiglia della bambina sta affrontando un altro problema che è risultato collegato alla morte della bambina. Dopo 24 ore, infatti, il Tribunale dei minori aveva tolto alla madre e al padre gli altri tre figli, ovvero la gemellina della deceduta e altri due più grandi. "Il tragico evento della morte della bambina è legato alle condizioni di grave pregiudizio del nucleo familiare in cui viveva", aveva scritto il Tribunale nel provvedimento di allontanamento dei figli della coppia, "pregiudizio che ora permane in modo forte e drammatico per i suoi fratelli e la sorellina".
Il più grande dei tre si trova in una comunità protetta, mentre gli altri due sono in famiglie distinte e non hanno più incontrato i genitori naturali dal giorno dell'allontanamento. Il Tribunale ha già aperto la pratica di adottabilità, ma visti gli sviluppi penali legati alla morte della neonata i legali della coppia vogliono impugnare l'atto per bloccare l'iter.