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Aggiornamenti sul'omicidio di Sabrina Beccalli a Crema

Nell’auto di Sabrina Beccalli trovati resti di un dito e del cranio: “Ora sapremo se è stata ferita”

Sono stati ritrovati altri resti ossei nell’auto di Sabrina Beccalli, tutti appartenenti al genere umano. Dai frammenti di un dito a quelli di una scatola cranica: il pool di esperti che ha stabilito la natura umana delle ossa è in attesa degli esiti del test del Dna per chiudere uno dei misteri della vicenda. Intanto, il consulente per la difesa, l’ex comandante dei Ris Luciano Garofalo, sostiene che da quanto rinvenuto oggi si possa scoprire se la vittima (ormai quasi certamente Sabrina) abbia subìto o meno violenze.
A cura di Giorgia Venturini
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Frammenti di un dito umano e di una teca cranica. I nuovi resti ossei sono stati trovati questa mattina, martedì 15 settembre, nella macchina carbonizzata di Sabrina Beccalli durante una nuova ispezione nel capannone dell'officina del soccorso stradale Maggi, dove è custodita dal giorno del ritrovamento.

L'ex comandante dei Ris Garofalo: Ora possiamo sapere se ha subìto violenze

La Procura di Cremona, dopo aver perso tempo a rincorrere il parere di tre veterinari diversi senza un pool di esperti che esaminasse con attenzione scientifica i resti, attende ora l'esito del test del Dna per chiudere uno dei tanti misteri della vicenda. Con i risultati, si accerterà definitivamente se quello carbonizzato fosse o meno il cadavere della Beccalli. Tutti gli indizi, comunque, a questo punto, vanno verso quella direzione. Per l'ex comandante dei Ris Luciano Garofalo, consulente dell'avvocato Antonino Andronico, legale della famiglia Beccalli, i resti ritrovati sarebbero fondamenti per stabilire se il corpo ha subìto violenze. Non solo, secondo quanto dichiarato da Garofalo, dalla nuova ispezione il medico legale Cristina Cattaneo avrebbe accertato che il cadavere si trovasse sul sedile posteriore.

In carcere a Monza l'unico indagato per omicidio e soppressione di cadavere 

Intanto continua il lavoro di raccolta delle prove dei carabinieri a carico dell'unico indagato, Alessandro Pasini, ora nel carcere di Monza. La sua versione non è mai cambiata: per l'indagato Sabrina è morta di overdose dopo aver ingerito un cocktail di cocaina ed eroina nell'appartamento della sua ex compagna. Poi, l'avrebbe caricata in macchina e le avrebbe dato fuoco. Unica certezza ad oggi è che i frammenti di ossa non appartengono a quelle di un animale, come avevano sostenuto in un primo momento tre veterinari: sulla base di questa decisione, la Procura aveva dato il via libera alla distruzione di parte di essi per motivi igienico sanitari. Il procuratore Roberto Pellicano aveva chiesto al medico legale Cristina Cattaneo di riesaminare le ossa su forti pressioni dell'avvocato del Pasini. E qui la scoperta e le tensioni con gli investigatori che hanno cercato invano il corpo di Sabrina per circa un mese.

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