Omicidio di Giulia Tramontano

“Nel video del baby shower di Thiago Impagnatiello si fingeva felice, intanto avvelenava Giulia Tramontano”

Si avvicina il processo per Alessandro Impagnatiello: lo scorso 27 maggio a Senago (Milano) ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta del figlio Thiago.
A cura di Francesca Del Boca
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"Durante il baby shower del figlio Thiago Alessandro Impagnatiello simulava felicità. Sorrideva, abbracciava amici e parenti. Ma abbiamo la certezza che nelle stesse ore, di nascosto, stesse tentando di avvelenare la compagna Giulia e il suo bambino".

È il racconto di Giovanni Cacciapuoti, il legale che assiste la famiglia Tramontano in vista del processo contro il barman di Senago che nel maggio scorso ha ucciso a coltellate la compagna Giulia: Alessandro Impagnatiello è accusato ora di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale con le aggravanti di crudeltà, vincolo della convivenza, futili motivi e soprattutto premeditazione.

È metà marzo del 2023, due mesi prima del delitto. "Durante il baby shower i genitori rivelano il sesso del bambino a parenti e amici. Nel video, Impagnatiello fingeva: secondo quanto emerso, infatti, proprio in quelle ore stava propinando del veleno a Giulia", racconta l'avvocato Cacciapuoti. "Mi ha colpito moltissimo. C'è il contrasto tra una donna che sta per diventare mamma, ed è felicissima di dirlo a tutto il mondo, e un uomo che, mentre ne sta desiderando la morte, finge di abbracciarla davanti a tutti".

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Il processo per Alessandro Impagnatiello previsto per il 18 gennaio 2024

Un caso che, dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Tramontano in un'area abbandonata di Senago, ha scosso l'Italia intera. "Questa storia ha toccato il cuore di tutti. Donne, uomini, bambini e giovani che hanno visto in una vicenda del genere un vero e proprio racconto del terrore". Fino al processo, previsto per il prossimo 18 gennaio, in cui Alessandro Impagnatiello rischia l'ergastolo. "La famiglia di Giulia si aspetta adesso che la Corte d'Assise sappia riconoscere le responsabilità, e sanzionarle in modo adeguato".

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Le aggravanti di crudeltà e premeditazione

A pesare sulla sorte del 30enne sono infatti anche le aggravanti di crudeltà e premeditazione, inizialmente escluse dal gip. "Giulia è stata uccisa con 37 coltellate, di cui circa 7 inferte quando era ancora in vita", sempre le parole dell'avvocato. "L'altra aggravante riconosciuta nel decreto di giudizio immediato, invece, è stata dimostrata attraverso le indagini compiute su iPad, cellulari, computer: Impagnatiello stava cercando di avvelenare Giulia già dal mese di dicembre".

Il mese in cui la 29enne di Sant'Antimo (Napoli), che da poco tempo viveva nel Nord Milanese insieme al compagno Alessandro, aveva scoperto di essere incinta. "Impagnatiello ha fatto ricerche sul veleno topicida. E dall'incrocio delle conversazioni di Giulia con le amiche o la mamma emerge il fatto che Giulia sentisse spesso un sapore strano nell'acqua di casa o nel cibo".

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L'Ambrogino d'Oro alla memoria di Giulia Tramontano

E proprio la mamma Loredana, insieme al resto della famiglia (il padre Franco e i fratelli Chiara e Mario) si recherà proprio oggi a Palazzo Marino per la consegna dell'Ambrogino d'Oro alla memoria di Giulia Tramontano.

"La mamma ha ricordato spesso dell‘ultimo viaggio a Napoli della figlia, quando le ha fatto dono del corredino del piccolo Thiago. Perché oltre a lei i familiari sentono di aver perso anche un nipote". Mai nato e morto per asfissia nel grembo materno, dopo le coltellate inferte alla madre. "A volte mi chiedono: Giulia si sarebbe potuta salvare?", conclude l'avvocato Cacciapuoti. "Da quello che leggiamo oggi nelle carte, rispondo: in nessun modo".

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