Nel cimitero sono finite le tombe: i morti restano senza sepoltura e i familiari non possono fargli visita
Il cimitero è a corto di tombe e i morti sono senza una lapide. Così le salme restano per un tempo indefinito in un deposito, ma la cosa più difficile da accettare è che nemmeno i familiari possono andare a trovare i loro cari che non ci sono più.
Il cimitero non ha più spazi dove seppellire i morti
Tutto questo succede in Lombardia, a Gallarate, comune della provincia di Varese. Sono diversi mesi che nel cimitero comunale non si trovano più spazi dove seppellire le bare. La Prealpina.it ha raccolto lo sfogo di una 33enne gallaratese che da fine luglio si sente chiedere: "Vorrei portare un fiore a tuo padre, ma non trovo la tomba".
La risposta della donna non lascia alcun dubbio sui disagi che stanno vivendo i cittadini che attendono una sepoltura per i propri cari defunti: "Vorremmo poterlo portare anche noi, ma è impossibile. Papà è tumulato in un loculo sotterraneo al quale possono accedere solo gli addetti cimiteriali e non sappiamo per quanto tempo dovrà restare lì".
La norma sulle esumazioni modificata dalla Regione
Una situazione complicata, aggravata ulteriormente dalla modifica al regolamento regionale in materia di esumazioni. Da marzo, per diseppellire una bara dopo che sono trascorsi gli anni previsti e lasciare spazio a una nuova sepoltura, deve essere presente un medico dell'Agenzia di Tutela della Salute per certificare il grado di decomposizione della salma e il rispetto delle norme sanitarie.
Secondo quanto riferito dal Comune, l'Ats non dispone però di personale sufficiente da impiegare in queste procedure, così le operazioni di esumazione proseguono a rilento. Intanto le salme vengono parcheggiate provvisoriamente nel deposito a pagamento, con un costo giornaliero di 10 euro, in attesa che si liberi uno spazio nei campi.
I parenti non possono andare a trovare i loro cari
La famiglia della donna ha così deciso di acquistare un loculo provvisorio "costato 250 euro, che però noi non possiamo visitare. Avremmo potuto optare per la cremazione perché l'urna cineraria non occupa grande spazio, ma mio padre non voleva assolutamente essere cremato. Saremmo stati anche pronti ad acquistare un'altra tomba familiare (la famiglia è già proprietaria di una tomba dove riposano i nonni, ndr), ma non ce ne sono. E così non abbiamo ancora un luogo su cui piangere papà, dove elaborare il lutto prendendo coscienza del distacco terreno".
Anche il sollecito inviato a Regione Lombardia tramite posta elettronica certificata è caduto del vuoto: "Non mi hanno neppure risposto", ha riferito la 33enne. E mentre ci si avvicina al 2 novembre, sembra davvero difficile trovare una soluzione per la carenza di tombe nel cimitero monumentale di viale Milano.