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Nel carcere di San Vittore, dove è morto un 18enne, sono recluse 1.100 persone ma i posti sono 445

Oggi nel carcere San Vittore di Milano è morto carbonizzato un ragazzo di 18 anni. Le condizioni dell’istituto penitenziario milanese sono preoccupanti: basta pensare che sono detenute 1.100 persone a fronte di 445 posti disponibili.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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Nel carcere San Vittore di Milano ci sono 655 detenuti in più rispetto al consentito. Nell'istituto penitenziario del capoluogo meneghino i posti disponibili infatti sono solo 445, ma le persone che vi sono trattenute sono ben 1.100. Uomini e donne che sono costretti a condividere spazi in condizioni precarie e al limite dell'umano. E in quelle stesse celle anguste nella giornata di oggi, venerdì 6 settembre, un ragazzo di 18 anni, Youssef Barsom, ha trovato la morte.

Il giovane è deceduto a seguito di un incendio: è morto carbonizzato. Non è chiaro se sia stato lui a farlo divampare o il suo compagno di cella o entrambi e se lo abbiano fatto come atto di protesta. In ogni caso è stato perso il controllo delle fiamme, che hanno carbonizzato il ragazzo.

Il suo compagno di cella invece è stato salvato dagli agenti di sorveglianza. Sulla dinamica sta indagando la Procura di Milano che, nei prossimi giorni, dopo aver ricevuto le relazioni della polizia penitenziaria, deciderà il capo di imputazione e disporrà l'autopsia.

Non è la prima volta che un detenuto provoca un incendio. Solitamente è un atto ideato per protestare contro le condizioni a cui sia lui che i compagni sono costretti. Tra queste c'è proprio la questione sovraffollamento. A San Vittore è di oltre il 247 per cento.

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Nonostante gli appelli di associazioni, sindacalisti ed esponenti politici dell'opposizione, il Governo guidato dal centrodestra non sembra intenzionato a trovare una soluzione: "Va immediatamente deflazionata la densità densità detentiva", ha affermato il segretario generale di Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio. Il sindacalista ha poi aggiunto che è fondamentale assicurare "l'assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture. E va riorganizzato l'intero sistema".

Dello stesso avviso è il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Partito democratico al Senato: "Intanto Nordio cerca capri espiatori e non fa nulla. L'inerzia del Governo sull'emergenza carceri è sempre più ingiustificabile e inaccettabile".

Il sovraffollamento, unito all'assenza di personale sanitario, psichiatrico, educativo e alle condizioni igienico-sanitarie scarse, mina alle condizioni psicologiche dei detenuti, che spesso compiono atti di autolesionismo o si suicidano, ma anche a qualsiasi percorso di recupero. Il rischio che, una volta scontata la pena, una persona commetta un altro reato è così molto alto.

Bisogna però precisare che San Vittore è solo uno degli istituti penitenziari costretti a fare i conti con queste problematiche. Sulla base dell'ultimo rapporto sulle condizioni detentive stilato dall'associazione Antigone, al 31 marzo, in Italia sono 61.049 le persone detenute a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. In Lombardia il tasso di sovraffollamento è di 143,9 per cento: questo significa che nelle carceri lombarde ci sono 8.854 detenuti a fronte di 6.154 posti disponibili.

Fonte: Antigone
Fonte: Antigone

Per questo motivo a livello regionale, la Lombardia è al secondo posto per tasso di affollamento più alto. Al primo c'è la Puglia con il 152,1 per cento e al terzo il Veneto con il 134,4 per cento. E infatti a fine marzo tra gli istituti più affollati, oltre a San Vittore, c'erano anche Brescia Canton Monbello (209,3 per cento), Lodi (200 per cento) e Varese (179,2 per cento).

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