Negli ultimi 15 giorni prima dell’arresto Alessia Pifferi non rispondeva più alle chiamate
Aveva sempre premura e non rispondeva quasi mai al telefono. Viveva "pensando solo all'uomo che frequentava". Questi sono stati gli ultimi quindici giorni da donna libera per Alessia Pifferi, prima dell'arresto con l'accusa di aver abbandonato la figlia Diana in casa e lasciata morire di stenti. A raccontare gli ultimi giorni della Pifferi prima che per lei porte del carcere di San Vittore a Milano si aprissero è la madre, nonna della piccola Diana nel giorno del funerale.
Diana aveva iniziato a camminare e parlare
Con tanta commozione la signora Maria fuori da fuori la chiesa al Corriere della Sera ha precisato che solitamente vedeva la piccola due volte al giorno in videochiamata: la vedeva compiere i suoi primi passi e pronunciare le sue prime parole. "Diana stava bene". Poi improvvisamente tutto è cambiato. Quando la donna chiamava la figlia Alessia Pifferi la trovava sempre di corsa. E se le chiedeva di vedere la piccola rispondeva sempre che stava riposando: "Non sapevo cosa stava organizzando". Certo è che "probabilmente era sempre presa dall'uomo che frequentava". E proprio dal suo compagno era andata quando ha deciso di lasciare la piccola sola in casa per sei giorni.
Alessia Pifferi non rispondeva al telefono
Negli ultimi quindi giorni Alessia Pifferi era sempre assente: al telefono non rispondeva quasi mai e neanche chiamava. "Quando era via non chiamava quasi mai, ma io credevo avesse sempre la bimba con sé", precisa la nonna di Diana. Dopo l'arresto né la madre né la sorella ha chiesto di poter sentirla. Così come il compagno: l'avvocato Solange Marchignoli a Fanpage.it ha spiegato che l'uomo da quando è uscita la notizia dell'arresto non risponde al telefono. Qualche giorno fa – già in carcere – Alessia Pifferi ha chiamato una volta la madre: "Le ho anche risposto male. Ad oggi non ne vogliamo sapere di lei. Mia figlia è una pazza".