Telecamere nascoste in bagno e camera per spiare ragazze nella loro intimità: a processo 64enne
Microcamere nascoste nei bagni e nelle camere da letto del suo appartamento che affittava a ragazze, filmate a loro insaputa nella loro intimità. Per questo un uomo di 64 anni è stato mandato a processo a Milano con l'accusa di "interferenze illecite nella vita privata". L'uomo avrebbe filmato a lungo almeno tre giovani prima che, nel marzo 2019, altre due inquiline riuscissero per caso a scoprire l'esistenza di quelle telecamere e denunciare tutto. Il processo al padrone di casa, difeso dal legale Andrea Benzi, si aprirà domani, 16 dicembre, davanti alla prima sezione penale. Le ragazze sono parti civili (tra i legali l'avvocato Marco Ventura).
Nasconde telecamere nelle stanze e nei bagni affittati a ragazze
L'uomo, come ha spiegato ai magistrati una delle giovani, proponeva l'affitto nell'appartamento di viale Fulvio Testi, a Milano "attraverso un profilo che non corrispondeva ai suoi dati personali ed utilizzando una foto profilo che non lo ritraeva". A scoprire le telecamere nascoste è stata una delle ragazze che, nel marzo dello scorso anno, "ha iniziato a guardarsi intorno" nel bagno "scoprendo l'esistenza di una micro camera nascosta, installata dietro una pianta finta posizionata sul mobile vicino allo specchio", ha messo a verbale un'altra coinquilina. La giovane ha controllato poi anche nella sua camera da letto "scoprendo anche lì una micro camera nascosta sopra l'armadio, tra due scatoloni, che inquadrava il letto". Infine, ha spiegato ancora la vittima alla polizia, "siamo andati nella mia stanza dove abbiamo trovato una terza telecamera".
La denuncia delle vittime: Inorridite e turbate
Un'altra ragazza cilena, che aveva vissuto in quella casa tra ottobre e dicembre 2018 senza accorgersi di nulla, si è riconosciuta in alcuni video registrati dalle micro camere e che la polizia le ha mostrato. Agli inquirenti ha detto di sentirsi "turbata" perché "l'idea che qualcuno possa aver visionato questo video mi fa inorridire". Con lei in quel periodo abitavano nella casa altre due giovani anche loro vittime, come risulta dalle imputazioni, delle violazioni della loro privacy. All'uomo viene contestata anche l'aggravante "di aver commesso il fatto con abuso di coabitazione".