Narcotizzato e ucciso da 4 persone, il figlio di Bonomelli: “Dei poveretti, non mi interessa cosa gli succederà”
Dopo una settimana di indagini, in quattro sono in carcere con l'accusa di aver narcotizzato, derubato e ucciso l'imprenditore bergamasco Angelo Bonomelli. Nuovi dettagli su cosa sia accaduto in quel pomeriggio del 7 novembre continuano a uscire interrogatorio dopo interrogatorio. "Volevamo solo stordirlo per prendergli l'orologio", dicono loro. "Non mi interessa cosa succederà a quelle persone", ha commentato invece il figlio dell'imprenditore, Emanuele, "per me non sono da compatire, sono dei poveretti".
Bonomelli conosceva tre dei quattro arrestati
Emanuele Bonomelli ha 46 anni e da diverso tempo gestisce l'agenzia di onoranze funebri che il padre aveva fondato oltre 50 anni fa, prima che lui nascesse. "Non hanno nemmeno la testa per essere considerati delinquenti", afferma in un'intervista al Corriere della Sera. Poi prova a descrivere che tipo di persona era suo padre: "La verità è che se avessero chiesto dei soldi a mio padre, lui probabilmente, anzi sicuramente, glieli avrebbe dati".
Come è emerso nei giorni scorsi, Matteo Ghirardi, suo figlio Luigi e la fidanzata di lui Jasmine Gervasoni, conoscevano Angelo Bonomelli da qualche mese. Al punto che l'80enne era stato ospitato a casa loro a Gaverina. Matteo Ghirardi poteva tornargli utile per il rilancio web dell'hotel a 4 stelle con terme Villa Ortensie, a Sant'Omobono. Il figlio Luigi, 33enne disoccupato, poteva invece avere l'occasione di trovarne uno.
Il rilancio di Villa Ortensie
"Ci aveva detto che usciva e basta, mi aveva accennato di qualcuno che avrebbe dovuto incontrare per ragionare sul rilancio di Villa Ortensie attraverso Facebook", ricorda Emanuele. Infatti, Bonomelli più tardi ha incontrato i quattro al bar Sintony di Entratico. Gli hanno versato delle gocce di Rivotril, lo stesso narcotizzante che Ghirardi aveva usato per rapinare una sua zia. Nel bicchiere ce lo metterà il quarto, Omar Poretti. Luigi Ghirardi e Jasmine Gervasoni sostengono che non ne sapevano nulla.
Bonomelli però si sente male. Allora lo caricano nel suo suv e lo lasciano nel parcheggio di via Enrico Mattei. "Siamo tornati a controllare, respirava ancora", ha detto durante l'interrogatorio Ghirardi. Intanto gli avevano tolto l'orologio, e rivenduto a un compro oro, e il telefono. "Non pensavamo potesse morire".