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Mykola Ivasiuk muore durante una lite al bar: dopo un mese arrestato in Spagna il presunto assassino

Nella mattinata di martedì 17 settembre è stato arrestato in Spagna il 32enne accusato di aver ucciso in provincia di Bergamo Mykola Ivasiuk: era in fuga da un mese.
A cura di Carlo Coi
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Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)
Mykola Ivasiuk (foto da Facebook)

Nella giornata di martedì 17 settembre è stato arrestato in Spagna con un'operazione combinata delle forze dell'ordine della Compagnia di Clusone e del Comando provinciale di Bergamo, il 32enne Mouhssine Mohamed Amine: è accusato dell'omicidio di Mykola Ivasiuk, il 37enne ucraino ucciso a Casazza, in provincia di Bergamo, lo scorso 19 agosto all'esterno di un bar del paese. Del fuggitivo si erano perse le tracce da più di un mese. L'omicidio era scaturito a causa di un diverbio degenerato in uno scontro fisico: ad averne la peggio è stato proprio Ivasiuk ucciso a causa delle ferite riportare dai cocci di vetro di un bicchiere che Amine gli aveva rotto in testa.

La dinamica dell'omicidio

La lite sarebbe avvenuta per futili motivi, pare che Mykola Ivasiuk fosse visibilmente alterato a causa dell'alcol, motivo per il quale stava importunando i clienti del bar. L'intervento del 32enne marocchino ha fatto precipitare la situazione. Dopo una prima discussione Amine pare abbia preso un bicchiere di vetro e lo abbia rotto sulla nuca del malcapitato, che precipitato a terra ha perso i sensi ed è spirato intorno alle 22. A nulla è valso l'intervento dell'ambulanza della Croce blu di Lovere inviata grazie alla segnalazione di un passante che ha inoltrato la richiesta di aiuto all'agenzia regionale di emergenza e urgenza. Arrivati sul posto, i sanitari hanno tentato di rianimare il 37enne ma ormai non c'era più nulla da fare.

Chi era la vittima

La vittima, originaria di Leopoli, in Ucraina, aveva lasciato il suo Paese nel 2014 insieme alla madre e al fratello. Aveva una figlia di 16 anni che viveva con l'ex moglie presumibilmente in Polonia. In Italia aveva svolto diversi lavori e abitava in un appartamento proprio di fronte al Rosy Bar. "Mykola era un ragazzo tranquillo che non ha mai dato fastidio a nessuno", aveva dichiarato in precedenza a BergamoNews la madre della vittima.

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