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Muore stroncato dal caldo mentre lavora in strada a Lodi per rifare la segnaletica

La causa del decesso è stata messa in relazione con la cappa di caldo che da giorni c’è in città, con punte che sfiorano i 40 gradi. L’uomo, 44 anni, stava tracciando la segnaletica stradale in città. “Questa morte si poteva evitare”
A cura di Francesca Del Boca
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Si è sentito male mentre si stava occupando di tracciare la segnaletica stradale a Lodi, sotto un sole cocente. Così stamattina intorno alle 12 è morto l'uomo di 44 anni che oggi stava lavorando in un cantiere in strada, sulla via Vecchia Cremonese, e improvvisamente si è accasciato a terra davanti ai colleghi: immediatamente soccorso dai presenti, anche grazie all'aiuto di un defibrillatore, in pochi minuti è stato trasportato al Pronto soccorso del vicino ospedale Maggiore dall'equipaggio del 118, arrivato sul posto con la sirena accesa insieme agli agenti della Polizia di Stato.

Il decesso per il troppo caldo

È nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Lodi che è stato ufficialmente dichiarato il decesso del 44enne, originario della provincia di Milano: la causa, un attacco cardiaco letale, è stata messa in relazione con la cappa di caldo africano che da giorni c'è in città, con punte che durante la giornata sfiorano i 40 gradi. E che nelle ore del mezzogiorno rendono letteralmente rovente l'asfalto della città.

"Una morte che si poteva evitare"

“L’ennesima vittima che si poteva evitare. Molte imprese non considerano affatto l'aspetto della sicurezza sul lavoro in relazione al clima", sono state le parole del segretario generale FENEALUIL Milano-Cremona-Lodi-Pavia, Salvatore Cutaia. "Il clima è causa di incidente e anche di morte, questo malore non è una casualità. Sono giorni che i media ci ripetono che in questi giorni si sarebbe raggiunto il picco di calore, gli strumenti per evitare questa situazione c'erano eccome".

E prosegue: "C’è la cassa integrazione e ci sono le accortezze che si possono mettere in cantiere. Però purtroppo queste azioni non sono state messe in campo, e ci troviamo ancora una volta a dover piangere un lavoratore di 44 anni che ha solo fatto il suo lavoro. Dobbiamo interrogarci seriamente e sanzionare pesantemente le responsabilità di una morte evitabile".

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