video suggerito
video suggerito

Muore per un intervento estetico, confermata la condanna ma ridotta la pena per il chirurgo

La Corte di Appello di Milano ha confermato la sentenza di condanna per il dottor Maurizio Cananzi, responsabile della morte di Maria Teresa Avallone, che nel 2019 si era sottoposta a un intervento estetico nel suo studio. La pena per il dottore è stata ridotta a un anno.
A cura di Alice De Luca
128 CONDIVISIONI
Immagine

La Corte di appello di Milano ha confermato la sentenza ma ridotto la pena per il dottor Maurizio Cananzi, accusato della morte della 39enne Maria Teresa Avallone, che nel 2019 aveva perso la vita sottoponendosi a un intervento di chirurgia estetica nel suo studio. Nell'aprile 2023 il tribunale di Monza lo aveva condannato in primo grado per omicidio colposo a un anno e quattro mesi, con la pena sospesa e non menzione della condanna sul certificato penale.

La sentenza di appello ha ridotto di quattro mesi la pena prevista, portandola a un anno di reclusione. Le motivazioni non sono state ancora diffuse. I genitori e i fratelli di Avallone, che si sono costituiti parti civili, hanno invece ottenuto un risarcimento con una provvisionale di 80mila euro.

La vicenda risale al marzo 2019, quando Maria Teresa Avallone, residente a Desio, aveva deciso di sottoporsi a un intervento estetico ai glutei presso lo studio chirurgico di Cananzi, a Seregno. La donna però era andata in arresto cardiocircolatorio subito dopo l'anestesia ed era morta a seguito di tre giorni di coma all'ospedale San Gerardo di Monza.

Le indagini accertarono che si trattò di una reazione rara a un dosaggio regolare di anestetico, ma Cananzi venne condannato per le modalità errate con le quali gestì l'emergenza. Secondo il giudice del Tribunale di Monza, Carlo Ottone De Marchi, il chirurgo si era "notevolmente discostato dalle linee guida di riferimento previste nei protocolli di rianimazione" e, oltre a "non aver praticato un massaggio cardiaco adeguato", non avrebbe proceduto con "l’ossigenazione della paziente" e avrebbe effettuato "compressioni poco efficaci e in una posizione non corretta". Tra i punti contestati a Cananzi, anche il mancato utilizzo del defibillatore e il fatto che, essendo solo in ambulatorio in quel momento, avrebbe dovuto interrompere il "messaggio cardiaco per richiedere l'intervento dell'ambulanza".

128 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views