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Muore nel lago mentre tenta di salvare la figlia della compagna: “Orlando Gonzales Puma poteva salvarsi”

Orlando Gonzales Puma è l’uomo di 32 anni che è annegato nel lago d’Endine dove si era tuffato dal pedalò che avevano noleggiato per salvare la figlia della compagna. Proprio la donna sostiene che se ci fosse stato un altro salvagente a bordo, l’uomo si sarebbe potuto salvare.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di ieri, mercoledì 5 luglio, i sommozzatori hanno trovato il corpo di Orlando Gonzales Puma, disperso da domenica dopo che si era tuffato nel lago d'Endine (Bergamo) per salvare la figlia della compagna. La salma è nella camera mortuaria dell'ospedale Papa Giovanni XXIII dove, appresa la notizia, sono accorsi amici e conoscenti. Al quotidiano locale BergamoNews, una donna ha raccontato: "Orlando era così. Anche quando non sapeva fare bene qualcosa, ci provava lo stesso. Sempre e comunque".

Il 32enne non era un grande nuotatore

Il 32enne infatti non era un grande nuotatore, ma nonostante questo aveva deciso di tuffarsi per aiutare la 17enne in difficoltà. Domenica i tre, insieme a un amico, avevano deciso di noleggiare un pedalò. L'adolescente, mentre si trovava in acqua, non è più stata in grado di raggiungere l'imbarcazione a causa del vento e della corrente. Puma quindi le ha lanciato il salvagente, ma la ragazzina non è riuscita ad afferrarlo.

Sul pedalò c'era solo un salvagente senza corda

A quel punto si è tuffato: "Mi ha portato la ciambella, poi mi ha detto: "Resta qui, vado dalla mamma e torno a prenderti con il pedalò". A pochissimi metri dalla barca, Puma è finito sott'acqua. Non è chiaro se sia stato a causa di un crampo o di un malore. Il 32enne purtroppo non è più riemerso.

BergamoNews racconta che c'era un solo salvagente, ma che era sprovvisto di corda: per questo motivo l'uomo sarebbe dovuto tornare indietro così da risalire sul pedalò e recuperare la ragazza. La compagna sostiene quindi che se ci fosse stato un'altra ciambella avrebbe potuto salvarsi. L'ente privato che ha noleggiato l'imbarcazione ha però spiegato: "Siamo dispiaciuti per quanto accaduto, ma l'obbligo è quello di avere a bordo un salvagente. Nemmeno la corda è prevista".

Puma era arrivato in Italia nel 2015. Si era trasferito a Gazzaniga. Aveva poi trovato lavoro come muratore a Bergamo. Aveva due figli di 12 e 14 anni.

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