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Muore a 93anni e lascia tutto alla badante, ma i cugini impugnano il testamento

Franca Lombardi è deceduta a 93 anni nominando la sua badante, Yevheniia Slobodyska, erede universale. I cugini della deceduta, però, hanno accusato la donna e suo marito di circonvenzione di incapace sostenendo che il vero testamento di cui erano a conoscenza è scomparso.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Yevheniia Slobodyska e suo marito Aldo Di Marco sono finiti a processo per circonvenzione di incapace. Secondo l'accusa, i due avrebbero abusato dello stato di infermità e di deficienza psichica di Franca Lombardi. La donna, residente a Torre de' Picenardi (Cremona) deceduta il 27 ottobre 2019 a 93 anni, era rimasta vedova nel novembre 2009 e il loro unico figlio era deceduto prematuramente. I tre cugini di Lombardi sostengono che Slobodyska, che lavorava nella casa della 93enne come badante, l'abbia indotta a sottoscrivere un testamento in cui la nominava erede universale.

I beni della signora Lombardi e i prelievi sospetti

Lombardi era titolare di un conto corrente con un saldo di 472mila euro. Aveva investito in titoli per un attivo bancario di quasi 57mila euro ed era anche proprietaria dell'immobile di Torre de' Picenardi in cui abitava. Secondo la Procura e i cugini costituiti parte civile, la 93enne era stata accompagnata in banca più volte da Slobodyska e suo marito per fare acquisti e prelievi che non sarebbero stati compatibili per quantità e frequenza con lo stile di vita dell'anziana.

Tra questi, gli 11mila euro prelevati tra il primo ottobre e il 31 dicembre del 2018. ma anche i 32mila euro che Slobodyska e Di Marco avrebbero tentato di riscuotere a titolo di regalo di nozze da parte dell'anziana non riuscendoci per il rifiuto del personale dell’istituto di credito.

Il testamento scomparso

I cugini di Lombardi sostengono di essere a conoscenza del fatto che la donna avesse "redatto un testamento olografico" del quale aveva già anticipato i contenuti ad altri parenti. Questo, custodito in un cassetto, secondo la parte civile disponeva l'affidamento dei suoi beni in parte anche a una coppia di amici di famiglia, alla nipote del marito, alla parrocchia e alle suore di Torre.

Tra i destinatari ci sarebbe stato anche il suo cane Mila, o meglio "a chi se ne sarebbe occupato lasciava 180mila euro", affermano i cugini. Infine, ci sarebbe stato anche il desiderio "di avere sulla tomba una statua con un angelo". Questo testamento, però, sarebbe scomparso e sarebbe stato rimpiazzato da quello "di poche righe" in cui Lombardi lascia tutto a Sazanovitch, sua badante di origine ucraina di 61 anni.

Le capacità cognitive della 93enne

La signora Lombardi è deceduta il 27 ottobre 2019, ma già dal 16 giugno di quello stesso anno le era stato nominato un amministratore di sostegno. Per la Procura e la parte civile, però, le capacità cognitive dell'anziana erano compromesse già dall'agosto del 2017.

Per la consulente della difesa, la psicologa e psicoterapeuta Larissa Sazanovitch, invece, il deterioramento cognitivo di Lombardi sarebbe iniziato nel gennaio del 2018 per crisi ipertensive. "Fino al 2018 conduceva una vita normale", ha aggiunto Sazanovitch, "se fosse stata completamente disabile e non più autonoma, la badante non avrebbe potuto seguirla da sola". A sostegno della sua tesi, la psicologa ha menzionato la visita fatta a fine 2017 in cui due neurologi non avrebbero trovato riscontri di "alcun tipo di deficit cognitivo".

Secondo la perizia di parte civile stilata dal medico psichiatra e psicoterapeuta Giuseppe Pietro Bonetti, invece, nell'agosto del 2018 la signora Lombardi era affetta da “deterioramento cognitivo moderato-grave, non in grado di autodeterminarsi, con disorientamento temporale e personale completo”. Data la lenta evoluzione del disturbo neurocognitivo, l'anziana sarebbe stata affetta da quel disturbo da più di un anno, quindi dal 2017.

La prossima sentenza sarà il 22 novembre.

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