Muore a 26 anni per un’encefalite, il medico va a processo: “La diagnosi era sbagliata. Il cervello era bucato”
![Ilaria Parimbelli](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/29/2021/08/ilaria-parimbelli-1200x675.jpg)
Febbre, forte cefalea, vomito, allucinazioni uditive e visive. Con questi sintomi, Ilaria Parimbelli si presentò al pronto soccorso dell'ospedale di Zingonia (Bergamo) il 23 settembre 2019. La 26enne venne presa in carico da un medico che, a fine turno, la lasciò alle cure di un collega, Francesco Bagnolo. Il medico è oggi a processo per l'omicidio colposo della ragazza. Nel capo di imputazione si parla di "irrecuperabile ritardo nella diagnosi" rispetto a quella fatta "correttamente" quattro giorni dopo al Papa Giovanni XXIII, dove la ragazza finì in terapia intensiva. Da allora la 26enne è rimasta in uno stato di minima coscienza, incapace di camminare, mangiare e lavarsi da sola. È morta l’1 agosto 2021, soffocata in seguito a una crisi epilettica dovuta alla sua condizione.
La morte di Ilaria Parimbelli e il processo al medico del pronto soccorso
Nella giornata di ieri, mercoledì 12 febbraio, si è tenuta l'udienza durante la quale è stato sentito l'imputato Francesco Bagnolo, il medico del pronto soccorso accusato di omicidio colposo della ragazza che il 23 settembre 2019 subentrò al collega (già assolto in udienza preliminare) che aveva prescritto alcuni esami a Ilaria Parimbelli sospettando una sepsi. Al processo, il medico di 62 anni è difeso dall’avvocato Massimo Cordiano, mentre la mamma di Ilaria, il papà e il fratello sono parti civili con l’avvocato Oliviero Mazza.
Nel corso dell’udienza, Bagnolo ha ripercorso i fatti avvenuti la mattina del 23 settembre: “Ho preso servizio alle 8 e abbiamo fatto il passaggio di consegne con il collega. Mi ha parlato di Ilaria Parimbelli, dicendomi di averla trattenuta per una sospetta sepsi, ovvero un’infezione generalizzata. Intorno alle 10 sono arrivati i risultati degli esami del sangue, che ho stampato davanti alla paziente: gli indici infiammatori erano negativi”.
“Ho intervistato la paziente che ha riferito di pregressi attacchi di panico e cefalea, aveva in programma una visita psicologica", ha continuato a spiegare il medico. "Diceva di sentire delle urla, erano allucinazioni uditive che possono sopraggiungere con gli attacchi d’ansia". Alla domanda della pm Maria Esposito sul perché non avesse però disposto una tac, Bagnolo ha risposto: "Se non fosse stato per le cefalee pregresse avrei prescritto una Tac. Ma sono convinto che sarebbe stata negativa”.
Infatti, quel giorno, Ilaria è stata rimandata a casa con il consiglio di evitare attività stressanti quando i sintomi erano quelli di un’encefalite erpetica che in poco tempo ha reso la 26enne invalida al 100 per cento e l'ha costretta a uno stato di minima coscienza, incapace di camminare, mangiare, lavarsi da sola per i due anni successivi, fino alla morte, avvenuta l’1 agosto 2021.
Quello che la pm ha poi contestato al medico è di aver omesso alcuni approfondimenti, "nonostante il corteo sintomatologico riportato in cartella". Nel capo di imputazione si parla infatti di febbre, forte cefalea, vomito, allucinazioni uditive e visive. Di "irrecuperabile ritardo nella diagnosi" che invece venne fatta il 27 settembre al Papa Giovanni XXIII, dove la ragazza venne portata d'urgenza in terapia intensiva. I medici dell'ospedale dissero: "Il cervello di Ilaria è totalmente bucato".
Il caso della 26enne verrà adesso sottoposto a una perizia. Nonostante, infatti, l’accusa e la parte civile si siano mostrate contrarie poiché sono già presenti le relazioni dei consulenti di parte, la giudice Donatella Nava ha accolto la richiesta della difesa e nominerà un medico legale e un infettivologo poiché, ha detto, “una perizia è assolutamente indispensabile”.