Muore a 16 anni durante una gara di motocross, ai funerali di Andrea tanto dolore e nessuna spiegazione
Vedere bambini e adolescenti piangere. Tutti insieme, la maggior parte vestiti di nero. È questo il primo pugno nello stomaco che si riceve entrando nel piazzale della chiesa del Sacro Cuore, mentre l’intera comunità di Ponte San Marco e dei paesi limitrofi dà l’ultimo saluto ad Andrea Roberti, vittima di un incidente fatale in sella alla sua moto nel crossodromo di Rezzato, che frequentava insieme alla famiglia.
“Poteva succedere anche per strada”
Una tragedia di cui gli inquirenti stanno ancora ricostruendo le cause e che le persone più o meno vicine al ragazzo e alla famiglia non riescono a spiegarsi: “Andare la domenica a coltivare una passione che aveva appreso dal padre – commenta a Fanpage.it un uomo fuori dalla chiesa – e morire in questo modo… Anche io frequento il crossodromo e anche mio figlio fa motocross, ma un incidente così sarebbe potuto succedere anche per strada, è stata una fatalità. La cosa, se così la si può chiamare, “bella” – conclude – è che è morto facendo quello che gli piaceva”.
“Aveva voluto provarci lo stesso”
Che Andrea avesse una forte passione per la moto era testimoniato anche dal fatto che aveva rinunciato alle vacanze per prendere il patentino di motocross. “Era una persona solare – dice a Fanpage.it un ragazzo che correva con lui -. Me lo ricordo sui paddock, sempre allegro e disponibile. Due settimane fa suo padre era venuto a controllare la pista, perché Andrea non si sentiva molto bene e non era sicuro di poter gareggiare, ma poi ha prevalso la voglia di provarci ed è andata come è andata”.
Le prime ricostruzioni
Secondo quanto ricostruito in un primo momento, attorno alle 12.30 di domenica 2 ottobre, poco dopo la partenza Andrea sarebbe stato coinvolto in un incidente con altri cinque partecipanti. Il 16enne, a differenza degli altri piloti, non sarebbe però riuscito a rialzarsi e a evitare altre moto in prova che lo avrebbero dunque travolto. Immediati la sospensione della gara e l’intervento dei soccorritori presenti in pista, che hanno provato a rianimare Andrea Roberti, incosciente dopo l’investimento. Il ragazzo, portato all’ospedale Civile di Brescia è morto quello stesso pomeriggio: troppo gravi le ferite riportate nello scontro e poi nell’investimento successivo.
Palloncini e colombe
I colori scelti per i palloncini da far volare davanti al feretro sono il rosso, il bianco e il blu, gli stessi della maglietta che indossava Andrea durante le gare. Dopo minuti di silenzio frammentato dai pianti, viene aperta proprio sopra la bara una scatola rivestita di foto del giovane pilota. Ne escono alcune colombe, due volano via, una sembra non volersene andare, resta per un po' ferma in mezzo al piazzale dove dolore e incredulità si stringono in un solo abbraccio.