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Muore a 12 anni per una diagnosi arrivata 15 ore dopo il ricovero, condannato l’ospedale

Francesco Palomino è morto il 30 dicembre 2019 in ospedale. Al 12enne era stato diagnosticato un blocco intestinale dopo circa 15 ore di ricovero. Per il Tribunale Civile di Lodi, se i medici avessero agito per tempo, si sarebbe potuto salvare al 100 per cento.
A cura di Enrico Spaccini
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Francesco Rogelio Palomino Conga
Francesco Rogelio Palomino Conga

Se Francesco Rogelio Palomino Conga fosse stato operato in tempo, oggi sarebbe ancora vivo. Per questo motivo, il Tribunale Civile di Lodi ha condannato l'Asst di Melegnano e Martesana a risarcire i genitori del 12enne di Cervignano d'Adda (in provincia di Lodi) morto il 30 dicembre 2019 per un'occlusione intestinale diagnosticata troppo tardi: 15 ore dopo. Per questo caso, è ancora in corso il processo penale che vede imputato per omicidio colposo il chirurgo dell'ospedale che ha operato Francesco dopo oltre 60 ore di dolori.

La ricostruzione degli ultimi giorni di vita di Francesco Palomino

Francesco era sano, non aveva particolari problemi di salute. La sera del 27 dicembre del 2019, però, aveva iniziato ad accusare forti dolori. Per questo motivo, il mattino seguente i suoi genitori lo hanno portato all’ospedale di Vizzolo Predabissi, dove era entrato alle 5:30. Nonostante le prime cure, il dolore non passava e il 12enne non riusciva ad andare in bagno.

Come ricostruito, diverse ore dopo, circa 15 dal ricovero, Francesco è stato sottoposto all'ecografia che ha rilevato un blocco intestinale. L'intervento chirurgico è iniziato solo alle 2:30 di notte del 29 dicembre. Troppo tardi secondo l'accusa, che ritiene che sarebbe stata sufficiente una diagnosi entro 6, massimo 8 ore all'arrivo del ragazzo in ponto soccorso.

L'operazione alla quale è stato sottoposto ha visto il taglio di circa 3 metri di intestino tenue. Per tutta la giornata del 29 è rimasto ricoverato in ospedale, fino a che alle 19 del 30 dicembre Francesco è deceduto in seguito a un arresto cardiaco.

La sentenza del Tribunale Civile

Le 21 pagine della sentenza civile contengono orari e comportamenti adottati dai medici, oltre alle valutazioni su quello che avrebbe potuto essere se la diagnosi fosse arrivata per tempo. Infatti, un'operazione entro poche ore dal ricovero del 28 dicembre avrebbe garantito il 100 per cento di probabilità di sopravvivenza del ragazzo. Fosse stato operato nella serata dello stesso giorno, si sarebbe abbassata al 90 per cento.

"L'adozione delle corrette e tempestive modalità di diagnosi e di intervento avrebbe senz'altro evitato il verificarsi del decesso", ha affermato il giudice del Tribunale Civile di Lodi, Matteo Aranci. L'Asst di Melegnano e Martesana dovranno quindi risarcire per diverse migliaia di euro i genitori di Francesco, in attesa del processo penale a carico del chirurgo che ha operato il ragazzo.

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