Morto Stefano D’Orazio, l’ospedale di Bergamo a cui aveva devoluto fondi: “Grazie per la generosità”
Tra i tanti messaggi di cordoglio per la scomparsa di Stefano D'Orazio, ex batterista dei Pooh, ce n'è uno particolare che arriva dall'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. È proprio alla struttura di cura bergamasca, che durante la prima fase della pandemia fu il simbolo della lotta al virus in uno dei territori più martoriati dal Covid-19, che D'Orazio assieme al compagno di band Roby Facchinetti aveva devoluto i fondi della prima "instant song" sul Coronavirus. Si tratta del brano "Rinascerò, rinascerai", dedicata proprio alla città di Bergamo e la cui musica e le cui parole erano state composte a quattro mani da D'Orazio e Facchinetti a distanza, l'uno a Roma e l'altro a Bergamo.
Grande batterista e uomo di grande generosità
"Un gesto di solidarietà e profonda umanità", lo ha definito l'ospedale bergamasco, che ha diramato una nota per esprimere "dolore e cordoglio per i familiari e per tutto il mondo della musica che, con la morte di Stefano D’Orazio, perde un grande batterista, una stella della musica molto amata dal pubblico italiano". La nota della direzione dell'ospedale prosegue ricordando appunto che D'Orazio era "soprattutto un uomo di grande generosità che, insieme al compagno di band dei Pooh, Roby Facchinetti, ha dato vita alla prima Instant song sul tema del Coronavirus, per devolvere fondi all'ospedale Papa Giovanni XXIII". Un gesto che l'ospedale ha voluto ricordare, rendendo omaggio al lato umano di un musicista che con la sua band ha lasciato un segno importante nel mondo della musica italiano. Stefano D'Orazio è morto ieri 6 novembre a Roma, città in cui era nato, a causa di complicazioni legate al Coronavirus. D'Orazio aveva 72 anni ed era ricoverato in ospedale da una settimana.