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Morto il “re delle truffe”, il comune di Busto Arsizio vieta il funerale con carrozze e banda musicale

Il comune di Busto Arsizio, nel Varesotto, ha negato l’autorizzazione al funerale sfarzoso di Zoran Jovanovic. La famiglia, appartenente all’omonimo clan di etnia rom, aveva intenzione di far sfilare la salma su una carrozza trainata da cavalli.
A cura di Fabio Pellaco
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Zoran Jovanovic
Zoran Jovanovic

Nessun corteo con cavalli, né tantomeno la banda musicale e i droni per riprendere l'evento. I funerali di Zoran Jovanovic, considerato il capofamiglia di un comunità rom stabilitosi nel Varesotto, si svolgeranno come una qualsiasi cerimonia funebre. Negata l'autorizzazione per un corteo sfarzoso come quello del boss Vittorio Casamonica che si era svolto nel 2015 nel centro di Roma.

Il comune annulla il corteo con carrozza e banda

Il comune di Busto Arsizio ha negato l'autorizzazione chiesta dai familiari per le esequie del 51enne. Secondo la domanda presentata all'amministrazione comunale i funerali si sarebbero dovuti celebrare venerdì 13 ottobre intorno all'ora di pranzo nella chiesa di San Rocco, in pieno centro città.

La salma avrebbe dovuto sfilare per le vie del centro su una carrozza trainata da cavalli e accompagnata dalle note suonate da una banda musicale. Per immortalare l'ultimo saluto a Jovanovic, sopra al corteo funebre era previsto anche il sorvolo di alcuni droni. Dopo il no del Comune, la famiglia ha annullato l'evento. Le esequie con rito ortodosso saranno comunque celebrate nella chiesa di San Rocco e il 51enne sarà poi sepolto nel cimitero cittadino di Borsano.

Il clan era noto per una serie di truffe milionarie

Zoran Jovanovic, conosciuto come il "re delle truffe", apparteneva a una famiglia rom diventata famosa dopo essere stata coinvolta in diverse inchieste nel corso degli ultimi anni. Nel 2017 gli Jovanovic era stati condannati perché risultati responsabili di truffe internazionali ai danni di uomini d'affari a cui offrivano euro in cambio di moneta estera, con tassi di conversione molto favorevoli.

Inoltre erano stati coinvolti in furti e ricettazione di merce lussuosa. Nel marzo del 2023 erano scattate le confische, legate alla precedente inchiesta, di immobili e beni, tra cui ville e appartamenti.

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