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Morto dopo aver chiesto la figlia in affido, confessa l’ex cognato: “L’ho ucciso con il fucile”

Ha confessato Massimo Rondinelli, già arrestato per l’omicidio di Mohamed Ibrahim Mansour, 44 anni, avvenuto lo scorso gennaio a Cassolnovo (Pavia): per gli inquirenti avrebbe ucciso l’ex compagno della sorella insieme al padre e ai fratelli.
A cura di Francesca Del Boca
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Stava portando a termine tutte le procedure necessarie per chiedere l'affido della figlia avuta con l'ex compagna. E la famiglia della donna, dopo aver ricevuto la notizia, avrebbe per questo deciso di sbarazzarsi di lui, uccidendolo e dando fuoco al suo corpo.

Ha confessato oggi l‘ex cognato Massimo Rondinelli, già arrestato per l'omicidio di Mohamed Ibrahim Mansour, 44 anni, avvenuto lo scorso 14 gennaio a Cassolnovo (Pavia). "L'ho ucciso a colpi di fucile", è crollato davanti agli inquirenti. Il 35enne, inoltre, ha spiegato che con lui ci sarebbero state "altre due persone", senza però fare i nomi del padre e del fratello (anche loro arrestati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Pavia).

Il movente, per gli inquirenti, sarebbe riconducibile a questioni legate all'affido della figlia che la vittima ha avuto proprio con la sorella degli arrestati. Che, secondo quanto ricostruito, una volta appreso delle intenzioni dell'ex compagno avrebbe riunito la famiglia e deciso il da farsi. Una sorta di condanna a morte stabilita a tavolino dal padre, dai fratelli e dal nuovo fidanzato.

I parenti, così, avrebbero teso un vero e proprio agguato a Ibrahim, che in passato aveva lavorato per la famiglia Rondinelli e aveva in programma di chiedere l'intestazione della casa per poter avere le garanzie economiche necessarie a chiedere la custodia della bambina. Mentre si trovava in un capannone industriale, dove ormai viveva, gli avrebbero sparato con tre colpi di fucile da caccia calibro 12 e un colpo di pistola calibro 9: il corpo, infine, sarebbe stato dato alle fiamme all'interno della sua automobile.

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