Morti in corsia a Saronno, confermata la condanna all’ergastolo per Leonardo Cazzaniga
È stato confermata la condanna all'ergastolo per Leonardo Cazzaniga. L'ex viceprimario del pronto soccorso dell'ospedale di Saronno, in provincia di Varese, è stato ritenuto colpevole anche davanti alla Corte d'Assise d'appello dell'omicidio volontario di 10 pazienti. Per tre dei 13 decessi sospetti al centro del processo, invece, la Corte d'assise d'appello di Milano ha assolto il medico. La vicenda che vede al centro Cazzaniga è venuta alla luce il 29 novembre del 2016, quando al termine di due anni di indagini condotte dai carabinieri erano scattate le manette per il viceprimario e per l'infermiera Laura Taroni, sua ex amante. Ora per Cazzaniga arriva una condanna all'ergastolo anche in appello.
L'ex amante Laura Taroni condannata in appello a 30 anni
Il processo d'appello invece per l'infermiera Taroni si è concluso all'inizio di luglio con la conferma della condanna a trent'anni di carcere per gli omicidi del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici. Per l'accusa i due delitti, commessi tra il giugno 2013 e gennaio 2014, sarebbero avvenuti con la complicità di Cazzaniga. L'uomo è imputato anche per la morte del suocero dell'infermiera, Luciano Guerra, accusa dalla quale Taroni è stata assolta. Tutte le morti sarebbero avvenute somministrando alle vittime cocktail di farmaci in sovradosaggio: un mix letale di clorpromezina, midazolam, morfina, propofol e promaziona, poi divenuti gli ingredienti del cosiddetto "protocollo Cazzaniga".
Cazzaniga davanti ai giudici: Non sono un mostro
Cazzaniga era stato condannato in primo grado anche alle pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione per 5 anni dalla professione medica: in aula aveva voluto prendere parola per un'ultima volta, leggendo una lunga lettera per esprimere il suo "autentico, doloroso sentire". "Non sono un mostro", aveva detto in aula dinanzi ai giudici.