Ramy Elgaml, il sindaco di Milano Beppe Sala dopo il video dell’inseguimento: “Brutto segnale”
"Le immagini dell'inseguimento di Ramy? Certamente danno un brutto segnale, non c’è dubbio". Così parla Beppe Sala, sindaco di Milano, dopo la diffusione del video che immortala gli ultimi 25 minuti di vita di Ramy Elgaml la notte del 24 novembre scorso.
Il ragazzo, 19 anni, è morto al termine di un inseguimento con i carabinieri in zona Corvetto, incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta: in scooter con l'amico alla guida Fares Bouzidi, 22 anni, avevano saltato lo stop imposto dai militari in un posto di blocco in zona corso Como. "Dal mio punto di vista è chiaro che se qualcuno ha sbagliato deve pagare, anche se si tratta di un rappresentante delle forze dell'ordine. Però attendiamo che la giustizia faccia il suo corso", ha dichiarato il primo cittadino.
Secondo quanto è stato ricostruito finora, le pattuglie dei carabinieri avevano infatti iniziato l'inseguimento dello scooter TMax alle 3:40 del 24 novembre, nei pressi di Porta Nuova, dopo che Fares Bouzidi, il 22enne alla guida, non si era fermato all'alt imposto dai militari. In sella al due ruote con lui, seduto dietro, c'era il 19enne Ramy Elgaml. La corsa è terminata 25 minuti e 8 chilometri dopo, tra via Ripamonti e via Quaranta nel quartiere Corvetto, con la morte del giovanissimo passeggero che nella fuga aveva anche perso il casco.
"È ovvio che quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento perché c'è pur sempre una targa, un veicolo", sono state intanto le parole dell'ex capo della polizia Franco Gabrielli, oggi consulente alla Sicurezza per il Comune di Milano. "Esiste un principio fondamentale, ed è quello della proporzionalità delle azioni. Se il tema è fermare una persona che sta scappando, non posso metterla in una condizione di pericolo: si tratta di un elementare principio di civiltà giuridica".