Morte Giulia Tramontano, sul luogo del ritrovamento fiori e pupazzi anche per Thiago: “Sempre nei nostri cuori”
Si sarebbe dovuto chiamare Thiago il bimbo che Giulia Tramontano portava in grembo da sette mesi. Nel luogo dove è stato ritrovato il corpo della donna ci sono già i fiori in ricordo di Giulia e del piccolo: il cadavere si trovava vicino alla casa di Senago dove la vittima viveva con il suo compagno. Qui, come ha confessato il fidanzato Alessandro Impagnatiello, ha provato a nascondere dopo aver provato a dare fuoco per due volte il corpo: Giulia è morta uccisa a coltellate dopo una violenta lite in casa nella notte tra sabato a domenica.
Il luogo del ritrovamento del cadavere
I famigliari di Giulia Tramontano, tra cui il fratello Mario, appena hanno saputo della notizia sono stati tra i primi a lasciare dei fiori nei pressi del luogo in cui ieri sera è stato trovato il corpo. Ora oltre ai fiori ci sono pupazzi per Thiago, il bimbo che non ha fatto in tempo a nascere. Tra i vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi: "Per sempre nei nostri cuori – si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario".
Qui Alessandro Impagnatiello avrebbe cercato di nascondere il corpo della compagna dopo aver provato a darle fuoco due volte: una volta nella vasca da bagno e una volta nel box di casa, senza riuscirci. Il corpo è stato trovato poco dopo la confessione del 30enne nella serata di ieri mercoledì 31 maggio.
La confessione di Alessandro Impagnatiello
Il 30enne Alessandro Impagnatiello ha confessato tutto in un interrogatorio durato otto ore con gli inquirenti e investigatori. Il barman 30enne fermato questa notte per l'omicidio della compagna Giulia Tramontano, dopo averla uccisa con due o tre coltellate mirate contro organi vitali, ha provato a bruciarne il corpo nella vasca da bagno, utilizzando dell'alcol etilico. Non riuscendoci si sarebbe spostato in garage dove ha provato a bruciare il corpo una seconda volta, anche in questo caso invano. Così la decisione di sposare il corpo: nell'auto di Impagniatiello c'era ancora l'odore del carburante utilizzato per incendiare il corpo.
Alessandro Impagnatiello aveva da mesi una relazione con un'altra ragazza. Dopo aver ucciso la compagna avrebbe chiamato l'amate dicendole che Giulia aveva deciso di andarsene e che il figlio non era suo. Quella stessa sera l'arrestato avrebbe provato a incontrare l'altra donna che però per paura aveva deciso di non rifiutare l'incontro. Per lui nelle serata di ieri mercoledì 31 maggio sono scattate le manette.