Morte Giacomo Sartori, il messaggio della famiglia dopo i funerali: “Grazie a chi ci è stato vicino”
"Grazie a tutte quelle persone che in vari modi hanno fatto sentire la loro presenza e vicinanza con parole d'affetto e stima". Così la famiglia di Giacomo Sartori ringrazia amici e parenti che hanno partecipato al funerale. Affidano queste parole a un messaggio scritto dall'agenzia funebre che scrive così: la famiglia ringrazia "dal profondo del cuore le tante persone che in vari modi hanno fatto sentire la loro presenza esprimendo parole d’affetto e stima". E ancora: "La loro vicinanza ha contribuito a lenire il grande vuoto di questi giorni. Un grazie particolare al sindaco ed a tutta l’amministrazione del Comune di Borgo Valbelluna, alla polizia locale, ai carabinieri, ai carabinieri in congedo ed ai volontari della protezione Civile". I funerali del 30enne, scomparso il 18 settembre a Milano e trovato morto impiccato una settimana dopo nel Pavese, si sono tenuti lo scorso 2 ottobre nella chiesa di Santa Maria Annuciata a Mel, frazione di Borgo Valbelluna, cittadina di origine di Giacomo Sartori. Tantissimi i cittadini che avevano preso parte all'ultimo saluto.
Ancora aperte le indagini sulla morte di Sartori
Il caso di Giacomo Sartori però sembra non essere concluso definitivamente. I risultati dell'autopsia confermerebbero l'ipotesi del suicidio, ma le indagini della Procura di Pavia, coordinate dal procuratore Mario Venditti, sembrano ancora aperte. A convincere gli inquirenti ad andare avanti con le indagini sarebbero alcune anomalie: prima tra tutte il lasso di tempo intercorso tra la scomparsa, il 18 settembre a Milano, e il ritrovamento, il 24 settembre a pochi passi da un agriturismo di Casorate Primo. "Quando completeremo gli approfondimenti – spiega a Fanpage.it il procuratore Venditti – si valuterà se confermare l'ipotesi del suicidio". Dagli accertamenti sull'auto di Sartori trovata il giorno prima del corpo del 30enne sembrerebbe che almeno una o due notti Giacomo potrebbe aver dormito in auto, come lascia pensare la posizione dei sedili. E poi c'è sempre quello zaino di Sartori con computer aziendale rubato e mai più trovato dalla sera della scomparsa. Le ultime possibilità per capire cosa è successo e cosa ha spinto il 30enne a commettere un gesto simile sono infatti affidate a quello zaino e a quel computer il cui furto potrebbe aver scosso Giacomo.