Morte di Ramy Elgaml, secondo il perito non c’è stato contatto tra auto e moto: “Inseguimento conforme alle procedure”

Secondo gli esiti della perizia cinematica, l'inseguimento dei carabinieri "risulta essere stato conforme a quanto prescritto dalle procedure in uso alle Forze dell'Ordine". A scriverlo è Marco Romaniello, l'esperto nominato dalla Procura per redigere la consulenza sull'incidente in cui ha perso la vita il 19enne Ramy Elgaml, morto nella notte tra il 23 e il 24 febbraio mentre si trovava a bordo di uno scooter inseguito da una pattuglia dei militari.
Secondo il perito, il conducente della Gazzella che poco prima dello schianto tallonava il motorino avrebbe compiuto una "manovra difensiva obbligata (l'investimento del corpo del trasportato, evoluzione non prevedibile all'atto della decisione della manovra)" e avrebbe avuto reazioni "adeguate e controllate costituendo dei processi mentali automatici (nella attivazione immediata della reazione) e governati (nella decisione di non sterzare)".
Secondo il consulente lo scooter avrebbe tagliato la strada ai carabinieri
Nella sua analisi il perito spiega che Bouzidi, il 22enne alla guida del motorino su cui era a bordo Elgaml, avrebbe tagliato la strada all'auto dei Carabinieri, con una manovra determinata forse dall'agitazione e dalla stanchezza degli 8 minuti di inseguimento. "Un tempo questo estremamente lungo per una guida tesissima in emergenza, condotta per le strade del centro cittadino, di notte. Probabilmente è proprio questo ulteriore motivo, connesso al decadimento della concentrazione e dell'attenzione, all'affaticamento cognitivo e alla perdita di focalizzazione che, alla fine dell'evento, il conducente del motoveicolo ha attuato una tale sconsiderata azione di cambio traiettoria ed interposizione su quella dell'autovettura, con le note gravissime conseguenze".
La perizia nega che i carabinieri abbiano speronato il motorino
Nella perizia, poi, viene negato ogni possibile contatto tra la moto dei due ragazzi e l'auto dei Carabinieri, come invece era stato supposto nel documento della Polizia Locale sull'incidente: "L'attenta analisi ed il confronto dei due video delle telecamere comunali tra le vie Ripamonti, Quaranta e Solaroli dimostra che non è possibile che sia avvenuto alcun contatto preliminare tra i due mezzi nella zona di non copertura delle due telecamere, come erroneamente ipotizzato all'interno del report della Polizia Locale di Milano".
L'auto che ha investito Ramy Elgaml e il palo
Non ci sono dubbi, invece, sul fatto che l'automobile abbia investito Ramy Elgaml, come confermato dalle lesioni e fratture trovate sul corpo del 19enne, ma, scrive il perito, "è estremamente difficile risalire alle modalità esatte di investimento delle relative parti del corpo, in ragione del fatto che questo è stato spostato per poter consentire i primi soccorsi".
A questo riguardo l'ingegnere nota che "La concausa determinante dell'evento che ha cagionato il decesso del trasportato a bordo del motoveicolo, Elgaml Ramy Yehia Awwad Nady – al di là dei fattori umani connessi ai conducenti – è stata, purtroppo, determinata dalla presenza del palo semaforico che ha arrestato la caduta del trasportato, bloccandone la via". Palo che però sarebbe stato rimosso e smaltito il giorno stesso dell'incidente e di cui ora si sono perse le tracce.
Cosa dice la perizia su Fares Bouzidi, il 22enne alla guida del motorino
La perizia si concentra poi su Fares Bouzidi, il 22enne alla guida del motorino su cui era a bordo Elgaml. Romaniello scrive che Bouzidi "opponendosi all'Alt dei Carabinieri, dava avvio a un inseguimento anomalo e tesissimo, ad elevatissima velocità lungo la viabilità urbana cittadina, con una guida spregiudicata ed estremamente pericolosa". Secondo il consulente, il 22enne "con il suo comportamento sprezzante del pericolo ha determinato l'inseguimento e le sue modalità e si è assunto il rischio delle conseguenze, per sé e per il trasportato".