Morte di Fabio Postiglione, l’addio della moglie Valentina Trifiletti: “Non ci saremmo lasciati mai. Ho perso tutto”
"Talento smisurato, un po’ retrò. Avevi la caratura e la tecnica dei più anziani, i più esperti, nonostante fossi così giovane. Non ho paura di dire che non ci saremmo lasciati mai. Ne eravamo certi entrambi e ce lo dicevamo. Io ho perso il mio amore, il mio maestro, il mio migliore amico. Ho perso tutto". È un saluto pieno di affetto e stima quello che Valentina Trifiletti ha dedicato, con un post su Facebook, al marito Fabio Postiglione, giornalista del Corriere della Sera, morto il 28 gennaio nello scontro tra la sua moto e un'automobile sulla tangenziale di Milano.
Il post Facebook di Valentina Trifiletti
Nella dedica affidata ai social, la moglie Valentina Trifiletti, collega giornalista di Mediaset, lo descrive con tutto il suo amore: "Simpatico, travolgente, un aggregatore. Con te potevamo sedere a tavola con persone così diverse per carattere e portafogli. Qualsiasi cosa tu raccontassi, specie su Napoli, sul Napoli, le trasferte con gli ultras, sul tuo lavoro di cronista di nera, sulla camorra, la geografia delle cosche, le faide, le corse al giornale che era la tua casa, i colleghi la tua famiglia. Che talento, amore mio. A ogni collega parlavo di te e lo misuravo con te. E, non me ne vorranno, ma non ce n’era uno in grado di superarti e nemmeno di eguagliarti. E tu non sei mai stato geloso di chi aveva più di te, non ti sentivi minacciato dall’esaltare il talento degli altri. La tua evoluzione era uno spettacolo".
"Vorrei poter dire tutto con poche parole ma è impossibile – continua Trifiletti – Io oggi sto nel palmo di una mano. Mi sbriciolo, sono niente. Ci siamo riconosciuti e ci siamo scelti per la vita. Pensavamo le stesse cose e se mi capitava di pensarla diversamente, alla fine, la pensavo sempre come te. Non ho paura di dire che non ci saremmo lasciati mai. Ne eravamo certi entrambi e ce lo dicevamo. Vorrei che da queste parole trasparisse ogni sfumatura del tuo carattere ma anche questo è impossibile. O almeno, io non ne sono capace. Non ti risparmiavi mai, davi tutto te stesso nel lavoro, in famiglia, con gli amici. Ti tendevano una mano e tu allargavi le braccia […] Vorrei consolare tutti perché so cosa hanno perso. Io ho perso il mio amore, il mio maestro, il mio migliore amico. Ho perso tutto".
Cosa è successo nell'incidente
Alla guida del furgoncino (un Mercedes Vito) che avrebbe investito Postiglione c'era un 35enne di origine moldava, che si trovava in Italia per una vacanza e che è ora indagato per omicidio stradale. L'incidente è avvenuto attorno alle 22.40: il giornalista era appena uscito dalla redazione e per tornare a casa aveva imboccato con la sua moto, una Tracer Yamaha 700, la tangenziale. Nel tratto che si trova tra il bivio per la A52 e l'uscita 11 Cologno Ovest, il conducente del van avrebbe fatto una manovra improvvisa verso lo svincolo che porta alla Tangenziale Nord e avrebbe così travolto la moto.
La Polizia stradale di Arcore ha acquisito le immagini delle telecamere di sicurezza per ricostruire l'esatta dinamica. Ulteriori informazioni sull'incidente potrebbero anche arrivare dall'autopsia, disposta dalla pubblico ministero Alessandra Cerreti.