Morte Davide Garufi, oggi l’autopsia: denunciato anche il padre del tiktoker per omessa custodia dell’arma

Si indaga ora per istigazione al suicidio e omessa custodia dell'arma dopo la morte di Davide Garufi, 21enne di Sesto San Giovanni (Milano) che si è tolto la vita nel tardo pomeriggio di mercoledì 19 marzo dopo aver preso la pistola del padre da uno zainetto e averla rivolta contro di sé. Nella giornata di oggi, mercoledì 25 marzo, è stata anche eseguita l'autopsia sul corpo della vittima per avere le prime certezze sull'esatta causa del decesso.
È successo in casa mentre il genitore, che aveva appena finito il turno di lavoro da guardia giurata, era sotto la doccia. E mentre l'uomo (che deteneva regolarmente l'arma) si trova ora sotto inchiesta della Procura di Monza, gli investigatori stanno cercando di capire perché Davide Garufi (che sui social si faceva chiamare Alexandra, dopo aver intrapreso un percorso di cure ormonali per il cambio di sesso) sia arrivato a compiere un gesto così disperato.

Al centro delle indagini ci sono i messaggi apparsi sui profili social del 21enne, che da tempo era preso di mira da veri e propri haters con continui commenti negativi e pesanti insulti. Ma i carabinieri di Sesto San Giovanni, che hanno sequestrato telefono e computer del giovane, commesso in un negozio di scarpe in un centro commerciale, stanno vagliando anche le testimonianze di genitori, familiari, vicini di casa e amici che al momento hanno descritto Davide come un ragazzo molto fragile, che ancora soffriva per la perdita della sorella avvenuta pochi anni prima a causa di una malattia.
"I social fanno male, fanno tanto male perché sono stati resi un posto brutto. Per ogni singola cosa che tu faccia vieni sempre giudicato e preso in giro", si era sfogato ultimamente in un video Instagram Davide Garufi. "Perché abbiamo questo bisogno irrefrenabile di insultare e di sminuire gli altri quando potremmo semplicemente aiutarli?".