Morta per shock anafilattico dopo aver mangiato un tiramisù: interdizione per i due titolari del laboratorio
È stata disposta l'interdizione dall'attività imprenditoriale per i titolari del laboratorio Giovanna Anoia e il figlio Giuseppe Loiero, dal quale è uscito il tiramisù che è costato la vita ad Anna Bellisario, la ventenne che è morta durante una cena in un fast food del centro di Milano.
L'allergia
La giovane è morta il 5 febbraio 2023. Prima di assaggiare il tiramisù, aveva chiesto informazioni sul prodotto e si era assicurata che fosse vegano e sopratutto che non ci fossero tracce di latte: Bellisario, infatti, aveva una forte allergia alle proteine del latte. Un problema con la quale conviveva da quando era nata: era, infatti, perfettamente consapevole della gravità della situazione. Nonostante l'attenzione prestata dalla stessa, la studentessa dopo poche cucchiate si è sentita male.
Il dessert contaminato
La ragazza, infatti, ha perso i sensi. È stata portata d'urgenza in ospedale, ma nonostante l'impegno dei medici è morta pochi giorni dopo. È poi emerso che quel dessert, che sarebbe stato venduto dalla società produttrice come vegano, era contaminato: c'erano infatti alcune tracce di latte. La Procura ha aperto un'indagine per omicidio colposo. In queste ore è arrivata poi la richiesta dei magistrati che è stata accolta dalla giudice per le indagini preliminari Fiammetta Modica.
"L’attività investigativa ha consentito di individuare la causa dell’accaduto nel tiramisù parzialmente ingerito dalla vittima, per presenza di beta-lattoglobuline nonostante il prodotto fosse venduto come ‘vegano’”, ha scritto il procuratore Marcello Viola in un comunicato. Dalle analisi svolte, infatti, è stato stabilito che nessun altro alimento ingerito quella sera abbia causato lo shock anafilattico. È stato inoltre escluso che la contaminazione sia avvenuto all'interno del ristorante perché il vasetto era "perfettamente sigillato".
Le intercettazioni
Agli atti dell'inchiesta ci sono anche diverse intercettazioni, come quella che dimostrerebbe che Giovanna Anoia, responsabile delle linee produttive della Glg (azienda produttrice del tiramisù vegano), il 23 febbraio dello scorso anno, "sottovalutava la tipologia di consumatori cui il prodotto poteva essere destinato".
I due indagati, inoltre, non avrebbero mostrato alcun ravvedimento dopo la morte della giovane, continuando a comportarsi in modo "inadeguato". In una telefonata del 18 febbraio 2023 il figlio avrebbe infatti redarguito la madre per le "continue carenze procedurali nella fase di preparazione e commercializzazione" dei dolci. Le diceva: "No, mamma! La regola è: non mandare. Se non ci sono i tappi non si mandano! (…) Non sono passati manco dieci giorni (dalla morte di Anna Bellisario)! Non mi far ripensare a ‘ste robe, dai".