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Morta con il suicidio assistito in Svizzera una professoressa di Milano: Cappato pronto ad autodenunciarsi

Margherita Botto, una professoressa universitaria di lingua francese, è morta nella mattinata di oggi martedì 28 novembre in Svizzera con il suicidio medicalmente assistito: l’associazione di Marco Cappato ha aiutato la donna nel viaggio verso la clinica.
A cura di Giorgia Venturini
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A sinistra Margherita Botto, a destra Marco Cappato
A sinistra Margherita Botto, a destra Marco Cappato

Aveva 74 anni Margherita Botto e questa mattina è morta dopo aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Svizzera. La donna soffriva di una grave malattia: era affetta da adenocarcinoma al terzo stadio e aveva espresso consapevolmente la volontà di porre fine alla sua vita in modo dignitoso. Non volte altre sofferenze fisiche e psicologiche. La 74enne allora aveva deciso di scrivere una lettera all'organizzazione svizzera che l'ha accompagnata alla morte volontaria.

Nella lettera aveva scritto: "Le mie speranze di giungere alla guarigione e di poter ritornare ad una qualità della vita non dico soddisfacente, ma almeno accettabile, sono molto ridotte o nulle. Il proseguimento del protocollo di cura mi esporrebbe a ulteriori sofferenze per almeno un anno o più, senza molte probabilità di successo. In questa situazione intendo liberamente ed autonomamente porre fine al protocollo di cure, affrontandone consapevolmente le infauste conseguenze". Margherita Botto era professoressa universitaria di lingua e letteratura francese e stimata traduttrice letteraria

A gestire il viaggio in Svizzera il fratello e l'associazione di Cappato

A gestire tutto e a soddisfare il volere di Margherita Botto è stato il fratello Paolo insieme a Cinzia Fornero, 52 anni, iscritta all'associazione Soccorso Civile, che fornisce l'assistenza diretta alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all'estero. Presidente dell'associazione è Marco Cappato che domani 29 novembre, insieme al fratello, si autodenuncerà. Tutti e tre sono assistiti dall'avvocata Filomena Gallo, segretaria dell'Associazione Luca Coscioni.

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