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Morì a 22 anni per una curva senza guardrail: grazie alla battaglia dei genitori oggi si indaga per omicidio

Nel settembre del 2020 Michael Magli, un giovane del lodigiano, finì fuori strada davanti a una curva pericolosa e morì. I genitori: “Con il guardrail si sarebbe salvato”. Oggi si riaprono le indagini per omicidio colposo.
A cura di Francesca Del Boca
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Uno degli striscioni affissi durante le manifestazioni di protesta
Uno degli striscioni affissi durante le manifestazioni di protesta

Lo ripetono da due anni, senza stancarsi mai. Due lunghi anni senza Michael Magli, il 22enne di San Colombiano al Lambro morto in un incidente nella notte tra il 22 e il 23 settembre 2020 su una strada provinciale 19, all’altezza della curva della Porchirola: la sua Ford Fiesta finì impantanata in una roggia profonda tre metri, e il corpo del giovane venne ritrovato solo la mattina seguente. Venne archiviato come uno dei tanti incidenti che ogni giorno e ogni notte insanguinano l'asfalto delle nostre vie. Nessun fascicolo, men che meno nessuna autopsia. Ma i genitori, Adriana e Emiliano, hanno sempre fatto sentire la loro voce: Michael si sarebbe potuto salvare, se solo in quella curva ci fosse stato un guardrail a protezione. Oggi, dopo quasi due anni, hanno ricevuto ascolto. La procura infatti ha riaperto le indagini, stavolta con l'ipotesi di omicidio colposo. "Quello che chiediamo è giustizia per la morte di nostro figlio", hanno detto più volte. "Nessuno deve più morire come è morto Michael".

L'incidente fatale

Il ragazzo, che abitava a San Colombano al Lambro con i genitori, tornava da una serata on gli amici a Graffignana per raggiungere un’amica. La dinamica precisa non è chiara, ma verosimilmente è uscito di strada davanti a un curvone della strada provinciale che stava percorrendo: la macchina si è inabissata nel canale, profondo come di rado sono le rogge di quella zona, e Michael è rimasto incastrato dentro. Per tutta la notte, dal momento che se n'è accorto solo un automobilista di passaggio in tarda mattinata: ha notato il tetto della Ford Fiesta che affiorava dalle acque stagnanti, e ha dato immediatamente l'allarme.

La battaglia dei genitori

La famiglia già nel novembre 2020 aveva presentato un esposto alla Procura di Lodi, chiedendo di fare luce sulla tragedia. Troppe le cose che non tornano, secondo loro, a cominciare dalla dinamica dell’incidente: perché Michael è finito fuori strada, dal momento che non ci sono segni di frenata sull'asfalto? Perché non è stata disposta l'autopsia? E soprattutto: perché quella curva non è protetta da un guardrail, data la sua pericolosità? Per questo, parallelamente alla battaglia legale contro la Provincia di Lodi che gestisce quel tratto di strada, la famiglia ha condotto fin da subito una battaglia privata, con striscioni e manifestazioni proprio sul luogo dell’incidente.

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