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Morgan accusato di stalking da Angelica Schiatti, il cantante chiede la giustizia riparativa: di cosa si tratta

Il cantautore ha chiesto al giudice di accedere ad un processo di giustizia riparativa: decisione prevista entro il 27 settembre. Morgan in aula: “Lo stalking con me non c’entra niente. Il tribunale del popolo mi ha già condannato”
A cura di Francesca Del Boca
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Si è tenuta stamattina a Lecco, dopo diversi rinvii, l'udienza del processo che vede Marco Castoldi, in arte Morgan, imputato di stalking nei confronti dell'ex fidanzata Angelica Schiatti, cantante ora compagna di Calcutta.

In aula il cantautore di Monza ha reso spontanee dichiarazioni e chiesto al giudice di poter accedere a un percorso di giustizia riparativa: una forma di risoluzione del conflitto, complementare al processo, basata sul contatto diretto tra le parti con l’aiuto di un mediatore imparziale. Un percorso che, nel nostro ordinamento, non costituisce un metodo alternativo a quello della giustizia ordinaria.

Ipotesi fermamente contestata dall'avvocata Maria Nirta, che rappresenta Schiatti (non presente in aula). "Non intendiamo assolutamente pensare a una soluzione che non sia una sentenza, che speriamo di condanna", ha dichiarato. La cantautrice, a luglio, aveva chiesto al giudice un divieto di avvicinamento nei confronti dell'ex Bluvertigo."Non è vero che le condotte sono cessate. Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti: quotidiane diffamazioni e violente espressioni nei confronti della signora Schiatti e del suo attuale compagno".

Nel maggio 2020 la cantautrice Angelica Schiatti ha infatti denunciato Marco Castoldi, a cui era stata legata sentimentalmente per qualche mese: a lui sono contestati i reati di stalking e diffamazione aggravata. Il procedimento penale, iniziato in realtà quattro anni fa con l'attivazione del codice rosso, è ancora in corso. Il giudice ha chiesto che le parti fossero presenti in aula oggi per tentare una conciliazione, e si è riservato la decisione entro il 27 settembre. La prima udienza del dibattimento è prevista per l’8 novembre.

"Non sono un violento, il tribunale del popolo mi ha già condannato", le parole di Morgan in aula. "Chiedo scusa per il linguaggio usato e atteggiamenti legati a un periodo particolarmente difficile della mia vita, acuito dalla fine della relazione”, dice Morgan, difeso dagli avvocati Leonardo Cammarata e Rossella Gallo. “Mi stavo disintossicando in un percorso in cui lei era la mia referente affettiva, e mi ha abbandonato". Con i cronisti, fuori dall'aula, parla di "tortura" e di "incubo".

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