Moratti: “Vaccini nelle aree più colpite e zone rosse mirate: così la Lombardia batterà il virus”
Manca ancora una vera strategia vincente per sconfiggere il Covid, ma Regione Lombardia sembra avere le idee chiare: "Si cerca di anticiparlo e non rincorrerlo". O almeno da tempo ripetono da Palazzo delle Regione. Strategia che, in altre parole, si potrebbe spiegare anche così: "Abbiamo cercato di mettere in atto un modello a due pilastri: mitigare la corsa del virus creando delle aree zona rossa e procedere con delle vaccinazioni reattive privilegiando le zone più critiche". Lo ha spiegato la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti nel programma tv "Mezz'ora in tv" intervistata da Lucia Annunziata oggi pomeriggio. Secondo quanto dice la vicepresidente, questo modello ha permesso a Regione Lombardia di non entrare in zona rossa e restare in zona arancione rafforzata dopo il monitoraggio di venerdì dell'Istituto Superiore di Sanità. "In questo modo abbiamo salvaguardato il lavoro". In zona arancione scuro infatti le due importanti restrizioni sono la chiusura delle scuole e il divieto di visita ad amici e parenti. La vicepresidente ha poi precisato che sotto osservazione per il monitoraggio ora ci sono soprattutto le città di Brescia, Mantova e Cremona.
Moratti: Abbiamo giacenze di Pfizer e Moderna solo del 17 per cento
Sul tema della campagna vaccinale durante l'interviste su Rai 3 la Moratti ha anche precisato di aver ridotto la "scorta" in magazzino utilizzata per i richiamo che in un primo momento non doveva scendere sotto il 30 per cento delle dosi a disposizione: "Abbiamo giacenze di Pfizer e Moderna solo del 17 per cento. Poi abbiamo privilegiato categorie che potevano essere vaccinate con AstraZeneca, da lunedì partiamo con personale scolastico". L'obiettivo comunicato venerdì dalla vicepresidente è proprio quello di arrivare a una copertura della prima dose su tutti i cittadini lombardi entro giugno. Intanto domani si parte con la nuova categoria degli insegnanti. "Con l'augurio che il vaccino Astrazeneca si possa estendere a una più ampia fascia di età".
La chiamata tra la Moratti e Sala per coordinarsi sulle decisioni
Poi la Moratti precisa che è fondamentale il coordinamento e puntare sul tavolo tecnico con Iss e rappresentanti di governo e regioni. "Serve a snellire e ad arrivare a decisioni più rapide. Per questo è necessario avere un rapporto diretto con i sindaci: non faccio dichiarazioni se devo comunicare qualcosa al sindaco Sala prendo in mano il telefono e chiamo". Infine l'intervista entra su un piano più personale. La Moratti torna indietro di qualche mese quanto ha accettato il nuovo incarico: "Ho messo al servizio della Regione Lombardia la mia esperienza, con una scelta d'amore per la mia terra". E aggiunge: "È stato un dovere civico servire la mia regione, il mio Paese, per questo ho risposto positivamente alla chiamata del presidente Fontana".