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Covid 19

Monza, Varese e Como, allarme personale: positivi o in quarantena circa 600 tra medici e infermieri

Sono circa 600 gli operatori sanitari di Monza, Varese e Como a casa perché risultati positivi al tampone o in quarantena perché parenti stretti di un malato Covid. Un problema che si aggiunge alla ormai cronica carenza di personale in questo periodo di emergenza sanitaria. E intanto i reparti Coronavirus in questi giorni si stanno piano piano saturando.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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A mettere in ginocchio la sanità lombarda in questa seconda ondata Covid è anche la carenza di personale negli ospedali, ancora di più se il numero di medici ed infermieri contagiati aumenta di settimana in settimana. In tre tra le province della Lombardia più colpite dal virus, Monza, Varese e Como, la situazione è preoccupante. A Monza e in Brianza gli operatori sanitari a casa perché risultati postivi al tampone o perché parenti stretti di un contagiato sono 300. Su tutto il territorio comasco invece sono 136: di cui 96 positivi e 40 in quarantena con contatti stretti positivi. E poi c'è il Varesotto con 160 solo tra il personale medico positivo, secondo i dati comunicati a Fanpage.it dalle diverse Asst (Aziende socio sanitarie territoriali) di Monza, Ass Larina e Asst Sette Laghi.

Manca il personale negli ospedali: a vuoto i bandi di Regione

E gli ospedale stanno iniziando ad accusare il colpo. Soprattutto perché oltre a dover fare a meno del personale contagiato rischiano di dire addio anche a una grossa fetta di medici ed infermieri se Regione Lombardia riterrà necessario rafforzare il numero del personale all'ospedale Fiera Milano. Già gli anestesisti e i rianimatori i giorni scorsi si erano opposti al reclutamento forzato, chiedendo che avvenga per via volontaria e garantendo una serie di richieste come turni minimi di quindici giorni. Ma anche in questo modo il problema personale rischia di non risolversi in tempi record. Anche perché ai nuovi bandi di Regione Lombardia non si presentano tanti candidati quanti richiederebbe la situazione, come ha precisato l'assessore al Welfare regionale Giulio Gallera. E questa volta, rispetto alla primavera, non potremo più contare neanche su delegazioni di medici stranieri in Italia per prestare il loro aiuto. Oggi la pandemia non sta risparmiando nessun Paese costringendo tutto il personale a restare a soccorrere i malati di casa propria.

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