Monza, 600 pazienti Covid seguiti a casa con il telemonitoraggio: “Tanti giovani asintomatici”
In questa seconda ondata Covid a Monza cresce anche il numero di "ricoverati" in casa, ovvero quei pazienti risultati positivi al tampone e ora sotto osservazione dai medici di medicina generale. In Brianza sono 600 in tutto le persone seguiti a casa dal telemonitoraggio dal Consulto formativo Brianza, una società cooperativa a cui fanno riferimento 120 medici di famiglia della zona. Ecco come funziona: "Ogni giorno gli operatori chiamano il paziente positivo e rilevano alcuni parametri come la temperatura. Se rispetto ai giorni precedenti la situazione peggiora viene subito messo in contatto con il proprio medico che potrà decidere o meno per il ricovero", spiega a Fanpage.it Massimo Donati, presidente della cooperativa. Un'organizzazione messa a punto proprio per questo secondo tempo della partita contro il Covid, soprattutto ora che Monza e Brianza è la seconda provincia, dopo Milano e insieme a Varese, per numero di contagi. Qui "la malattia si sta diffondendo ed è difficile arginarla", tiene a precisare Donati.
Tanti pazienti giovani e asintomatici
"Dei 600 pazienti sotto osservazione la maggior parte sono giovani e con sintomi lievi, segno però che il virus non risparmia nessuno e corre", continua Donati. Oggi è sempre più difficile tracciare tutti i contagiati, eppure bloccate la malattia prima che si aggravi resta l'obiettivo numero uno: "Compito dei medici di medicina generale è proprio quello di intervenire in tempi record per frenare la malattia ed evitare la corsa in ospedale. Il paziente così può essere controllato già da casa, impedendo il sovraffollamento dei reparti Covid nelle strutture sanitarie". Per il dottor Donati la situazione sembra per ora sotto controllo, nonostante la curva dei contagi sia sempre in forte crescita. "Oggi siamo ancora lontani dallo stato di allarme, stiamo ora però cogliendo l'inizio del picco. E controllare i positivi al tampone con il telemonitoraggio aiuta". E poi il dottore si sbilancia su un possibile lockdown: "Mi sembra che la popolazione dopo le ultime restrizioni sia più responsabile. Aspetterei qualche giorno per valutare i risultati. L'alternativa non può che essere un blocco totale e obiettivamente impegnativo sotto vari profili". E infine, "il tracciamento dei contatti, attuale criticità, dovrebbe essere affidato ai medici di medicina generale con la possibilità di eseguire e prescrivere i tamponi rapidi che ora vengono eseguiti alla rinfusa in strutture private e spesso a costi esagerati".
A Varedo i primi due hotspot territoriali
Per venire incontro ai medici del territorio a Varedo, sempre in provincia di Monza e Brianza, sono stati aperti due hotspot dove si possono fare accertamenti e diagnosi sul Covid-19. E anche in questo casi si tratta di una soluzione intermedia importante per evitare file e file in ospedale. Strategia che l'assessore al Welfare Giulio Gallera spiega così: "La decisione di apertura degli hotspot territoriali risponde ad un duplice obiettivo integrare le prestazioni della medicina territoriale con quelle specialistico-ospedaliere offrendo così ai medici di medicina generale un punto di riferimento di prossimità verso cui indirizzare i pazienti che necessitano di un accertamento della patologia da Coronavirus". Per il direttore generale di Asst Monza Mario Alperone si tratta "di un progetto che fa respirare i pronto soccorso indirizzando quei pazienti non gravi verso gli ambulatori del territorio".